Si riceve e pubblica:
Una scelta difficile, difficilissima. Eppure meditata e ponderata. Sicuramente giustificata da una grande voglia di tornare a fare buona politica.
Per questo, ufficializzo la mia adesione al gruppo di Alleanza Liberalpopolare – Autonomie chiudendo di fatto la lunga e fortunata esperienza con Forza Italia.
È una decisione che, pur sofferta, prendo con grande entusiasmo e voglia di rimettermi in gioco. Voglia, anche, di metterci la faccia.
I grandi cambiamenti che in questi mesi dipingono la politica italiana e più in generale le istituzioni richiedono un impegno concreto. Un impegno da prendere e affrontare in prima persona. E in Forza Italia temo che questo non sia più possibile. Chiarisco: sono grato al partito, alla sua classe dirigente e al presidente Silvio Berlusconi per quanto ricevuto in tre lustri di militanza. Opportunità importanti che spesso, qualcuno vorrà riconoscerlo, ho saputo cogliere grazie al sostegno degli elettori. Miei e del partito.
Allo stesso tempo, il fermento politico in atto richiede tutt’altro rispetto a quei giochi di potere, a quelle antipatie e simpatie personali portate agli estremi tanto in aula quanto nelle segreterie, a quelle prese di posizione alle volte per me inspiegabili da comprendere e impossibili, invece, da spiegare in strada, tra la gente. Persino a casa, tra gli affetti.
Voglia di tornare a fare politica, per l’appunto. Libero da lacci e lacciuoli propri di sanguinose e inutili lotte clandestine e libero, anche, da qualsiasi cosa non sia conforme alla mia coscienza e al mio senso civico. Detto in altri termini, voglio contribuire nel portare avanti quelle riforme che ci chiede la nostra gente e ci chiede l’Europa.
Ritengo, infine, che il mio “addio” ai tanti amici di Forza Italia e al presidente Silvio Berlusconi sia da intendersi come un più banale e meno drammatico “arrivederci” perché certo, anche, che le profonde mutazioni in atto nella politica italiana ci porteranno, in futuro, sulla stessa strada: quella del Popolo sovrano, della buona politica e soprattutto del tempo. Giudice implacabile e metro affidabile, almeno più delle parole, nello stabilire da che parte stia la ragione.
Pietro Iurlaro (ALA)
Senatore della Repubblica