L’altra faccia dell’emergenza rifiuti: autista sfinito precipita in un fosso di 4 metri

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I soccorsi tirano fuori dal canale l’autista ferito

E’ quelle piega dell’emergenza ambientale in corso in tutto il Brindisino che che resta nel silenzio, nel cono d’ombra delle polemiche. Si parla e sparla di burocrazia, di regole, discariche, contenziosi e ricorsi, di case invase dai rifiuti, tasse e numeri. Ma ci sono anche loro in tutto questo, gli operai, gli autisti della Monteco, della Tradeco, e delle altre ditte incaricate di trasportare i rifiuti dai Comuni al biostabilizzatore Nubile di Brindisi, che in silenzio vivono le loro enormi difficoltà. Difficoltà che questo pomeriggio hanno rischiato di degenerare in tragedia. Uno di loro, C. C., 52enne, autista Tradeco, uno di quegli autisti in fila dall’alba di oggi davanti ai cancelli della Nubile in attesa di poter svuotare il suo carico, è precipitato in un canale prfondo 4 metri.

Era sceso dal mezzo per sgranchirsi le gambe, in attesa del suo turno. Alcuni sono lì dalle 4 di mattina. E motli non hanno toccato cibo e acqua per l’intera giornata. C.C. Camminava avanti e dietro prima di risalire sul camion, per ammazzare il tempo. Poi, la stanchezza e lo sfinimento hanno preso il sopravvento. L’autista ha improvvisamente perso i sensi, precipitando nel canale che costeggia la strada lungo la quale sono da giorni incolonnati una 50ina di camion carichi di rifiuti. Il volo è stato tremendo: 4 metri. L’uomo è rimasto privo di sensi per alcuni minuti. Poi ha ripreso conoscenza. E sono cominciate le urla. Urla strazianti di dolore.

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Gli autocompattatori in fila davanti ai cancelli del biostabilizzatore a Brindisi

C. C., a causa di quella caduta, ha riportato fratture a entrambe le gambe. I colleghi gli hanno subito prestato aiuto, cercando di tenerlo sveglio e portandogli acqua e cibo. Hanno atteso l’arrivo del 118 e dei vigili del fuoco per tirarlo fuori da quel canale, che nel frattempo si andava riempiendo di acqua piovana. L’incidente è avvenuto attorno alle 16, ma sono state necessarie quasi due ore per tirarlo fuori da lì. Lo sfortunato autista è salvo. Ma adesso fra i colleghi monta la rabbia.

“Ci stanno trattando come cani – sbotta uno di loro – anzi peggio. Molti di noi sono qui dall’alba. Ci sentiamo abbandonati. Non c’è nessun cambio di turno, le operazioni procedono con lentenzza e con continue interruzioni. Ogni camion che entra impiega almeno mezz’ora per scaricare i rifiuti e uscire. E di questo passo non la finiremo mai. Non mangiamo e non beviamo da ore. Le macchinette del bar vicino ora sono vuote, e comunque abbiamo finito le monetine. Siamo stremati, e nessuno ci da ascolto. Se ne fregano. Sapevamo che qualcosa prima o poi sarebbe accaduto. E così è stato. Il nostro collega è precipitato in quel canale perché stremato, non ce la faceva più. E ora non ce la facciamo più nemmeno noi. Non possiamo tollerare tutto questo ancora per molto”.

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