Si respira aria di rimpasto o, meglio, di avvicendamento nella giunta guidata da Cosimo Ferretti che, al giro di boa dei primi 100 giorni, potrebbe già sostituire l’assessore a Bilancio, finanze e tributi Anita Sartorio.
Nei giorni scorsi, dopo una riunione dell’Udc, di cui Sartorio fa parte e nelle cui fila era candidata, la commissaria cittadina Rossella Pinto ha preso carta e penna per chiedere al sindaco se i rumors del possibile siluramento corrispondano a verità e, in caso affermativo, le motivazioni che ne sono alla base.
Sembra che l’amministratrice non sia del tutto in armonia con i colleghi e in particolare proprio con il primo cittadino, ma al momento spiccano le sue assenze alle riunioni dell’esecutivo (consultare albo pretorio). Assenze che sarebbero però legate a impegni lavorativi: siccome le adunanze non sono programmate in anticipo (esempio: si fa giunta ogni lunedì, martedì, giovedì, ecc.) per Sartorio, infermiera professionale a Taranto, sarebbe impossibile organizzare i suoi turni in clinica.
Non si sa, però, se la recente scarsa partecipazione – dopo l’entusiasmo post vittoria elettorale – sia causa dell’idea di procedere alla sua sostituzione o se, invece, sia conseguenza o reazione da parte della diretta interessata dinanzi a questa possibilità di defenestrazione che le si prospetta all’orizzonte.
Com’è normale che sia, a palazzo di città sull’argomento le bocche sono cucite e non è escluso che alla fine la situazione possa rientrare.
Altrimenti, ad appena 90 giorni dal suo insediamento, Ferretti dovrà già mettere mano alla sua squadra e scegliersi un altro assessore donna (il 40 per cento di quote rosa va comunque rispettato).
Altro nodo da sciogliere è il modus operandi per procedervi: azzerare l’intera giunta, quindi inquadrare la questione sul piano politico per poi riconfermare solo alcuni dei componenti, o allontanare soltanto Sartorio e chiedere un nuovo nome all’Udc?
Interpellato sull’argomento, il sindaco si è limitato a dire che non esiste nulla di concreto, preferendo quindi trincerarsi dietro un “no comment”.