Condanna a 1 anno di reclusione per i coniugi Giuseppe Romanin e Isabella Caliandro, proprietari del castello; dissequestro e restituzione del maniero agli stessi proprietari condannati per averlo rovinato, con l’obbligo di sanare ove possibile i danni arrecati; rinvio a giudizio per gli altri 10 indagati, ora imputati. E’ in conclusione il bilancio dell’udienza preliminare del procedimento a carico di 12 persone ritenute a vario titolo responsabili di abuso d’ufficio in concorso e abusi edilizi commessi nel corso dei lavori di ristrutturzione dell’antico castello. Se marito e moglie hanno deciso di concodare col pm una condanna a 12 mesi, uscendo così in anticipo dal processo, per gli altri il dibattimento è solo agli inizi.
Saranno così sottoposti a giudizio per abuso d’ufficio in concorso con i Romanin Caliando: Severino Orsan, progettista e direttore dei lavori, Pietro Incalza, dirigente dell’Utc di Oria, Antonio Bramato, funzionario della Soprintendenza per i beni architettonici e paesaggistici di Brindisi – Lecce e Taranto e responsabile del procedimento sui lavori di restauro e riqualificazione ai fini turistico culturali del Castello di Oria, Salvatore Buonomo, Soprintendente per i beni architettonici e paesaggistici, Attilio Maurano, ex soprintendente a interim: tutti accusati di violazioni urbanistiche e ambientali, compiute anche con “false certificazioni” che avrebbero intenzionalmente causato ai proprietari “un ingiusto vantaggio”.
Quale ingiusto vantaggio? Innanzitutto l’aver potuto, con le false certificazioni, e contro le leggi che salvaguardano il patrimonio storico e artistico italiano, modificare la destinazione d’uso del castello, nel quale sono stati realizzati, fra le altre opere, una sala congressi, una cucina, una sala pranzo, eccetera. C’è poi il finanziamento del ministero dei Beni culturali che avrebbe dovuto coprire il 50 percento delle spese di restauro, ma che secondo l’accusa erano destinati a ben altri lavori che col restauro avevano poco a che fare. Tutte accuse che hanno al momento superato il vaglio dell’udienza preliminare. Resta ora il processo vero e proprio. Che avrà inizio il 7 marzo prossimo con la prima udienza del dibattimento e vedrà il Comune di Oria avanzare la richiesta di costituzione di parte civile per il risarcimento dei danni subiti.