Condannati. Entrambi. Il poliziotto 31enne Angelo Camassa e l’ex carabiniere 53enne Arcangelo Cinieri, arrestati lo scorso 11 agosto dai militari della compagnia di Francavilla Fontana per una violenta rissa esplosa davanti al “Bar Makumba” in via Aldo Moro, sono stati condannati rispettivamente a 4 e 3 mesi di reclusione. La sentenza è stata emessa nel primo pomeriggio dal giudice Simone Orazio, a margine del processo per direttissima che avrebbe dovuto fare luce su una vicenda divenuta un vero e proprio caso: quasi un “incidente diplomatico” fra le forze dell’ordine cugine.
Cinieri e Camassa, rispettivamente difesi dagli avvocati Gianpiero Ignazzi e Michele Fino, sono stati ritenuti entrambi colpevoli a un mese esatto di distanza dall’accaduto. Inutile la levata di scudi in difesa del giovane agente di polizia giunta dai colleghi, le lettere, il suo tentativo in giudizio di far valere le proprie ragioni, quelle di chi sostiene d’aver cercato di sedare una rissa, non di averne preso parte. A separare i due intervennero quel pomeriggio i carabinieri della compagnia di Francavilla Fontana, chiamati da diversi avventori che avevano assistito alla violenta lite fra l’agente, l’ex carabiniere e suo figlio.
I tre furono sottoposti ai domiciliari, e lì sono rimasti fino alla scarcerazione del 25 agosto decisa dal tribunale del Riesame su richiesta delle parti. Poi è arrivato il momento del giudizio per direttissima; il primo rinvio per permettere l’ascolto dei testimoni e oggi l’attesa sentenza. Che non ha fatto sconti: a nessuno.
Resta stralciata la posizione di Pietro Cinieri, il figlio 27enne di Arcangelo Cinieri, anch’egli arrestato quel giorno, e poi una seconda volta per evasione dai domiciliari.