Dopo i tragici fatti di cronaca dei giorni scorsi, i carabinieri in forza al comando provinciale di Brindisi, coadiuvati dal Nucleo ispettorato del lavoro, hanno intensificato i controlli per prevenire e reprimere il fenomeno del “caporalato”, ossia lo sfruttamento illecito della manodopera, soprattutto in ambito agricolo ed edile.
«Il “caporale” – fanno sapere dall’Arma – è il soggetto che, solitamente nelle primissime ore del giorno, adesca manodopera giornaliera, di solito non specializzata, per farla lavorare abusivamente ed illegalmente in diversi settori, i più diffusi riguardano il lavoro nell’agricoltura (lavoro nei campi) e in cantieri edili abusivi.
Il caporalato generalmente trova grande riscontro nelle fasce più deboli e disagiate della popolazione, ad esempio tra i lavoratori immigrati (come gli extracomunitari).
Gli orari di lavoro e la paga variano a seconda del tipo di raccolta, con impieghi massacranti e sotto salario».
Nell’ambito dell’attività di controllo all’intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro, dal 20 al 25 agosto 2015, sono stati svolti 32 servizi con l’impiego di 90 militari, durante i quali sono stati controllati 40 mezzi e identificate 581 persone, alcune direttamente nei campi altre durante l’itinerario con destinazione nelle province di Taranto, Bari e Matera.