Tanta calma al Giba è difficile trovarla, anzi: quando le cose procedono normalmente, è addirittura impossibile. “Buonasera, un caffè”; “Ci spiace, non è possibile”. E i clienti se ne vanno con le pive nel sacco, impossibilitati a gustare il solito caffè o un gelato genuino.
Li avete mai visti fermi i ragazzi del Giba? L’avete mai visto vuoto il Giba? Ammettetelo: no. Eppure, da questa mattina è proprio così: desolato, contro la stessa natura dei locali – uno in piazza Umberto I, l’altro in via Capitano di Castri – di Giovanni Lopalco, che tutti conoscono come “Gibbone”.
Il motivo? È presto spiegato: in via Capitano di Castri, forse a causa del temporale, forse a causa di alcuni lavori sulla linea, da questa mattina alle 7,30 la corrente elettrica va e viene. Più va, a dire il vero. E dunque: cornetti freddi, niente caffellatte, di cappuccino neanche a parlarne, birra e bibite calde, gelati e dolci sciolti e quindi da gettare via.
Insomma, un vero disastro e danni economici molto significativi: in pratica, è come se oggi il Giba 2 non avesse proprio aperto i battenti.
Lo conferma proprio Lopalco, comprensibilmente contrariato mentre esibisce una bolletta da quasi 2mila euro (un solo mese, un solo locale) che il postino gli ha consegnato – ironia della sorte – proprio stamattina: “Quando si tratta di chiedere soldi Enel esige la massima puntualità, altrimenti sospende il servizio e sono guai; solo che poi, quando succedono queste cose, nulla da loro sembra dovuto, neanche un pronto intervento per risolvere in breve tempo il problema”.
È un fiume in piena, Gibbone, che prosegue: “A me chi li paga ora i danni? Chi mi ripaga di questa giornata da zero incassi? Avessero almeno dato un preavviso, ci saremmo organizzati: non avremmo prodotto, non avremmo neanche aperto…”.
Un disservizio che riguarda il Giba, ma anche gli altri negozi, esercizi pubblici e attività della zona: “Una situazione del genere si era già verificata martedì scorso – spiega Lopalco – ed era già stato intollerabile, ma adesso credo che non me ne starò buono come sempre: siccome mi hanno causato un danno molto consistente, valuterò con il mio legale il da farsi. Non è possibile che nel 2015 – conclude – sembri di vivere nel Medioevo e che due soli operai Enel debbano coprire un territorio così ampio, con tutte le conseguenze del caso, la misura è colma”.