Il castello di Oria, dopo un periodo lungo tre anni, è stato dissequestrato ed è quindi tornato nella piena disponibilità della famiglia Romanin-Caliandro. L’istanza di dissequestro presentata dai legali è stata accolta dal gip Maurizio Saso dopo aver ottenuto anche il parere favorevole del pubblico ministero titolare dell’inchiesta Antonio Costantini. Sono tuttora imputati i proprietari, tecnici e funzionari della Soprintendenza per i presunti abusi edilizi compiuti durante il restauro del maniero.
Ora c’è da capire se il monumento simbolo di Oria, attorno al quale ruotano turismo, cultura ed economia della città, possa davvero essere riaperto al pubblico in tempi ragionevoli.
Di sicuro lo stato di semi-abbandono nel quale è stato lasciato per tutto questo tempo non ha giovato alla sua conservazione: sono necessari cospicui e costosi lavori per renderlo di nuovo fruibile e sicuro.
La famiglia Romanin-Caliandro sembra comunque intenzionata a sobbarcarsi quest’ennesimo esborso e a ridare a un’intera comunità il suo “gioiello di pietra”, per la gioia anche dei commercianti, che da quando il castello aveva chiuso i battenti, di pari passo si erano dovuti arrendere a un netto calo delle vendite.