Il termine utilizzato nel mondo anglosassone è “whistblowing”. Italia amiamo chiamarli “gole profonde”. Sono le fonti, coloro che hanno notizia di un reato o di un presunto illecito, e lo comunicano alle autorità competenti senza fornire però la propria identità. Nell’immaginario comune la “gola profonda” per eccellenza è l’uomo col bavero del cappotto ben sollevato e il cappello con le falde calate sugli occhi, che spiffera sussurra a giornalisti e detective “dritte” e “soffiate”. Oggi quell’abbigliamento d’ordinanza, i vicoli bui e la voce bassa non sono più necessari. Ogni cittadino può essere una “gola profonda” e informare le autorità su possibili illeciti comodamente da casa. E’ sufficiente una tastiera e un click.
L’anonimato è garantito. Tutto questo oggi è possibile in Italia grazie a una piattaforma sviluppata da “Nttagic”, alla quale ha lavorato e lavoran anche un giovane consulente informatico di Erchie: Daniele Margheriti. Il sistema, già adottato – tra gli altri – dal Comune di Milano, è ora stato scelto anche dal Coni (Comitato olimpico nazionale italiano) per garantire maggiore trasparenza nello sport. L’idea insomma è quella di incoraggiare chi è a conoscenza di fatti illeciti a denunciare, a far prevalere l’onestà sulla disonestà, senza per questo compromettersi. L’anonimato è infatti garantito da un complesso sistema criptato grazie al quale l’autore della “soffiata” non potrà mai essere rintracciato. La segnalazione tuttavia, per non essere cestinata, dovrà essere chiara e circostanziata.