Gli avvocati Giovanni e Guido Pesce, proprietari di un esteso appezzamento di terreno nell’epicentro del focolaio di Oria, hanno depositato questa mattina un ricorso d’urgenza al Tar di Lecce per chiedere una sospensiva del piano di emergenza che prevede la soluzione finale dell’abbattimento di migliaia e migliaia di ulivi, compresi i loro cento alberi, in tutto il Salento.
Oggetto di contestazione: tutti gli atti del commissario straordinario, i verbali di accertamento e le ordinanze fin qui emesse. Si richiedono inoltre approfondimenti sia documentali che sulle piante per meglio comprendere se davvero l’eradicazione rappresenti la migliore soluzione.
“Non è detto che l’eradicazione – spiega all’Ansa Giovanni Pesce – sia l’unica soluzione possibile. Emergono tra l’altro eventuali ipotesi alternative al contagio del batterio Xylella fastidiosa come causa dell’essiccamento degli ulivi”.
“Non imbracceremo i forconi – ha invece detto Guido Pesce, sempre in riferimento all’uliveto di famiglia – ma percorreremo tutte le vie giudiziarie per evitare l’abbattimento, se è possibile. Si parla della possibile azione di un fungo patogeno, ma non solo. Abbiamo saputo che nel Salento ci sono delle piante che sono state curate”.
Stando a quanto riferiscono i due fratelli-legali si era a conoscenza dell’esistenza nel Salento della Xylella fin dal 2008, mentre la Regione Puglia di sicuro lo sapeva nel 2013.