Ci hanno provato a piegarne lo spirito, a convicerlo a cedere, a mollare o a fare chissà cos’altro. Prima qualche “dispettuccio”, un allagamento qui, un danneggiamento là. Poi ci sono andati giù pesante. Gli hanno fatto saltare in aria buona parte del negozio appena inaugurato a Latiano, saturandolo di vapori di benzina e innescando la deflagrazione. Ma a quanto pare non è servito a niente. Roberto Galeone è un osso duro. Il titolare dell’omonima catena di Ottica presente con numerosi punti vendita nelle province di Brindisi e Taranto non molla. E dopo l’attentato che lo scorso 14 febbraio gli ha sventrato parte del negozio appena avviato a Latiano, non solo lo riapre in poco più di un mese: ma lo volge a proprio vantaggio facendo di quell’esplosione la propria campagna pubblicitaria, scherzandoci su.
La deflagrazione? Colpa “dei prezzi esplosivi” recitano i 6×3 affissi da poche ore per annunciare la riapertura. Gigantofrafie su cui campeggia, oltre allo slogan, anche una donna coi capelli arruffati e il viso sporco di fuliggine. Galeone però ci ride sù e nega: “E’ solo una pubblicità”.
Eppure sembra proprio che la ragazza sul manifesto sia stata investita da un’esplosione. E lo slogan parla chiaro.
Ripeto: più che una risposta all’accaduto è uno slogan pubblicitario, magari un po’ aggressivo, ma noi facciamo pubblicità aggressive da sempre perché è tale è la nostra promozione. Il 50% è una scontistica fuori mercato, ma che riusciamo ad affrontare grazie alle numerose vendite. E siccome quello è il nostro punto di forza, cerchiamo di sottolinearlo con slogan altrettanto forti. “La guerra ai prezzi” è la nostra tipica campagna.
Sarà anche uno slogan, ma che lo spunto sia arrivato dall’attentato è innegabile. Non ha paura che gli autori dell’attentato, sentendosi presi in giro, possano alzare il tiro?
Se avessi paura di certo non riaprirei. Prima dell’esplosione il mio negozio è stato oggetto di altri danneggiamenti che mi hanno obbligato a rinviare di mese in mese l’apertura a Latiano. Non mi sono fermato quando mi hanno bloccato i tubi per il drenaggio dell’acqua una prima volta facendo allagare i locali. Lo hanno fatto una seconda volta. Poi mi hanno danneggiato la saracinesca, infine c’è stato l’attentato incendiario con tanto di esplosione. Per quattro volte in pochi mesi hanno cercato di intimorirmi. Ma non ho paura e non ne avrò.
E’ riuscito a farsi un’idea di chi possano essere gli autori di questo continuo sabotaggio?
Ad oggi, e sono passati mesi dai primi dispetti, non ho mai avuto alcun tipo di richiesta per accettare qualche tipo di protezione. Quindi escluderei la pista del racket.
E chi se non il racket?
Spero che emerga dalle indagini. Gli investigatori stanno valutando tutte le possibili piste, e sta a loro fare luce su tutto. Io non posso azzardare ipotesi.
Perché, nonostante tutto questo, si ostina ad aprire a Latiano?
Perché è quello che mi chiedono i clienti di Latiano, e non intendo deluderli mollando tutto, piegandomi alla volontà di chi spera di fermarmi.
Si fermerà mai?
Non fa parte del mio carattere. Indipendentemente da quali siano le ragioni alla base di questi contiui episodi, io non intendo fermarmi. Certo, mi hanno rallentato, ma non fermato. A costo di dover prendere tutti i guadagni degli altri negozi e reinvestirli qui io aprirò a Latiano, fino a quanto questa situazione non avrà fine.