Un gesto semplice, quotidiano, ma potente come forse nessun altro, perché capace di schernire e domare la morte, placarne il potere, costringerla a prostrarsi davanti a una forza superiore, impossibile da scalfire, quella dell’amore di una famiglia unita oltre ogni circostanza.
Un caffè, un espressino e una sigaretta sono dunque le uniche armi gentili come il gesto – accostate a litri e litri di lacrime – con le quali due figli di Torre Santa Susanna tengono da mesi a bada il dolore per la perdita dei loro genitori, un tormento feroce a cui hanno spuntato i denti aguzzi, limandoli con la continuità, proseguendo con quelle piccole quotidianità irrinunciabili sin da quando mamma e papà erano in vita, e alle quali non se la sono sentita di rinunciare ora che i loro corpi giacciono lontano da casa.
Erano tra i momenti più sereni delle loro giornate vissute assieme. La colazione, il profumo di caffè che permeava la casa sul far del giorno, qualche parola scambiata seduti a tavola, sorseggiando il cappuccino e accendendo l’immancabile sigaretta. È il benvenuto che manca loro di più o semplicemente quello che più ricorda loro quei due insostituibili che il destino ha voluto non ci fossero più. Così ogni mattina, prima di recarsi a lavoro, fanno visita ai loro genitori per chiacchierare assieme del più e del meno. Come un tempo.
E sempre senza rinunciare a quel prezioso rito consumato per tanti anni nel focolare domestico e oggi all’ombra di due lapidi posizionate l’una accanto all’altra. Prima di varcare i cancelli del camposanto fanno capolino al bar, comprano un caffè per mamma, un espressino per papà. Poi fanno loro visita, con la colazione ancora fumante poggiata sotto le loro foto. E la sigaretta, spenta ma messa lì, vicino al padre. Soprattutto oggi ieri che era la sua festa. Per quegli auguri di cuore che non gli hanno mai fatto mancare e che probabilmente mai gli mancheranno.