Anche nel 2015 Castello Imperiali diventa location ideale per importanti mostre di rilievo regionale. Il protagonista è un maestro del colore nel paesaggio, Athos Faccincani. L’artista, noto in tutto il mondo e molto amato in Italia, celando un tormento interiore legato alle sofferenze dell’umanità e della natura, con le sue opere trasmette sensazioni di grande serenità e positività che coinvolgono lo spettatore in un viaggio. Un plauso all’Amministrazione Comunale della Città di Francavilla Fontana per aver dato vita a quest’iniziativa e complimenti al SAE per un nuovo interessante progetto per l’arte”. L’Assessore al Mediterraneo, Cultura e Turismo della Regione Puglia, Silvia Godelli.
Il Maestro Athos Faccincani, definito da molti “il pittore più amato d’Italia”, il 7 marzo 2015 presenzierà all’inaugurazione della sua personale nel Castello Imperiali. L’iniziativa della Città di Francavilla Fontana, è un progetto del SAE, a cura di Ottorino Picardi e Antonella Zito, ed ha ottenuto il patrocinio dell’Assessore Regionale alla Cultura e del Touring Club Italiano. Al progetto collaborano l’Ardeco, il Club Unesco di Francavilla Fontana e il Lions Club Brindisi. Main sponsor Teocart.
Un vernissage inconsueto quello di sabato, alle ore 19, condotto dall’esperta in comunicazione Giovanna Ciracì. Dopo i saluti del Presidente della Provincia di Brindisi e Sindaco Maurizio Bruno e dell’Assessore alla Cultura Anna Maria Padula, il noto critico d’arte Carmen De Stasio illustrerà le opere, accompagnata dai disturbi recitativi dell’attore Antonio Fanelli e le interferenze musicali dei maestri Arianna Latartara al violino e Giuseppe Pica alla chitarra. Infine si terrà la degustazione dei vini “Schiena – dalla Terra degli Imperiali” a cura del sommelier Vito Antonio Giovane.
La mostra sarà aperta al pubblico fino al 15 marzo, tutti i giorni dalle ore 9.30 alle 13,30 e dalle ore 17,30 alle 20,00, con ingresso libero e gratuito. Inoltre si terranno le aperture straordinarie dedicate alle visite scolastiche e agli appassionati, con la presentazione delle opere a cura delle storiche dell’arte Maria Elena Di Punzio e Titti Faggiano, su appuntamento e gratuite (dal 16 al 20 marzo). All’interno degli spazi della mostra si terrà, inoltre, un laboratorio d’arte a cura della docente di materie artistiche, Elide Miale a cui parteciperanno i ragazzi del “Centro Occupazionale Portatori di Handicap” e della “Forza della vita”.
(Cenni critici e biografici). La mostra prevede l’esposizione di n. 18 lavori su tela del grande artista dallo stile di chiara derivazione impressionista, che predilige i paesaggi e utilizza i colori puri e accesi: la luce, il sole alto, il racconto semplice. Faccincani ha avuto modo di conoscere le brutture del mondo, ma ha deciso di non riprodurle sulla tela, per contrastarle. Con la sua pittura ha stregato pubblico e critica, i suoi lavori sono nelle case di star hollywoodiane e in quelle dei tanti innamorati dei suoi colori. Ha esposto, oltre che nei posti più belli d’Italia, a Londra, Vienna, Parigi, Chicago, New York, Zurigo, Madrid, San Francisco, Los Angeles, Amburgo, Monaco, Tokyo, Montecarlo. Innumerevoli anche i premi e tra gli ultimi a Roma, come Personalità Europea. Faccincani veronese di Peschiera del Garda, nasce nel 1951. Per l’errore di un medico, che sbagliò la dose di un farmaco, soffrì da bambino un soffio al cuore che lo condannò a vivere molti anni sotto una campana di vetro. A tredici anni, quei torrenti ove il suo cuore malato gl’impediva di tuffarsi assieme ai compagni, quei campi di papaveri tra i quali gli era vietato correre, lui li dipinse ma di nascosto dalla madre, profondamente contraria a “quella stupidaggine che è l’arte”.
E non immaginava che il figlio sfogava sulla tela la sua rabbia di emarginato, dileggiato dai compagni, i quali un brutto giorno, per punirlo della sua solitudine scambiata per superbia, tentarono d’impiccarlo. Per fare i compiti si alza alle quattro del mattino perché al pomeriggio, segretamente dai genitori fa il piccolo di bottega di alcuni artisti che insieme alle tecniche pittoriche gli trasmettono anche il coraggio di credere nel proprio talento. I suoi lavori giovanili ritraggono spesso personaggi cupi e piegati dal peso della sofferenza. Per approfondire lo studio della figura entra nel mondo degli emarginati e degli ospedali psichiatrici. Alla fine degli anni ’70 affronta il lavoro più importante della sua precoce carriera: gli viene commissionato un lavoro sulla Resistenza.
Le sue personali ricevono le visite del Presidente della Repubblica Sandro Pertini che, colpito dalla forza dei sentimenti che i dipinti di Faccincani trasmettono e complimentandosi per aver rappresentato la guerra senza aver preso posizione, se non quella di un uomo dalla sensibilità straordinaria, lo nomina Cavaliere della Repubblica. Questa grande conferma per l’artista, coincide con una crisi interiore dovuta all’essersi confrontato con la sofferenza che lo ha turbato nel profondo. Per un anno non si avvicinerà ad un cavalletto. Il punto di rottura apre una nuova fase per l’artista: ritrovata la gioia di vivere, ricomincia a dipingere, stavolta con gli occhi di un bambino, le opere che gli appassionati potranno ammirare nella mostra di Castello Imperiali.