I carabinieri della stazione di Francavilla Fontana, coordinati dal luogotenente Giuseppe De Mitri, nel corso della notte hanno tratto in arresto in flagranza di reato un 28enne del posto per maltrattamenti in famiglia e lesioni personali gravi nei confronti della moglie. Un incubo che andava avanti da oltre un anno e che la donna, temendo conseguenze ancora peggiori, ha sempre, ostinatamente taciuto. Mai una parola con nessuno, mani una denuncia, sperando forse in cuor suo che quella furia fosse solo una fase, una follia passeggera, che prima o poi sarebbe finita, che “sì, questa è l’ultima volta”. Invece no. Lui non ha mai smesso. I giorni sono diventati settimane, le settimane mesi, e quegli “incidenti” sono scivolati di volta in volta verso il declivio dell’abitudine.
Gli spintoni sono diventati schiaffi, gli schiaffi pugni, e gli arrossamenti delle percosse lividi, tumefazioni, fratture. Ora quell’orrore, consumatosi per mesi nell’anonimo silenzio delle mura domestiche, ha varcato la soglia. Ed è giunta la liberazione, nelle vesti scure di una pattuglia di carabinieri. A denunciare i maltrattamenti è stato il padre della donna, che alle scuse da lei campate per giustificare quelle ferite, aveva smesso di crederci da un pezzo. Lei non ha retto più al dolore, quello morale che brucia più delle botte, e gli ha raccontato tutto: le botte, i pugni, le percosse date anche quando lei aveva il figlio neonato fra le braccia.
Il genitore, sconvolto, non ha aspettato che fosse lei a denunciare. Non lo avrebbe mai fatto temendo conseguenze ben peggiori. Si è così rivolto ai carabinieri diretti dal comandante De Mitri, e quando loro si sono presentati a casa della coppia per fermare l’orrore, quell’orrore fino a quel momento solo raccontato, si è palesato in tutta la sua cruda chiarezza. Il 28enne aveva appena finito di vomitare sul corpo della donna tutta la sua violenza. I militari l’hanno trovata col volto tumefatto, braccia e corpo disseminati di lividi, il setto nasale spezzato. L’hanno subito accompagnata in ospedale: 25 giorni di prognosi il referto. In un brutto incidente stradale, di solito, ne danno meno. Il marito invece, su disposizione dell’autorità giudiziaria, è stato sottoposto agli arresti domiciliari presso un’altra abitazione.