Francavilla, condannata per estorsione a un uomo sposato. Ecco com’è andato il processo

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E’ stata condannata in primo grado. Poi in Appello. Poi in Cassazione. Tre gradi di giudizio per essere considerata colpevole o innocente del reato di estorsione ai danni di un uomo sposato col quale aveva una relazione. Rapporto che lei, l’imputata, per una questione di denaro minacciò di rivelare alla moglie. Eppure Stefania Meo, 50 anni, condannata in via definitiva a 3 anni e 4 mesi di reclusione, a quel processo non si è mai presentata. Il suo legale, Pasquale Fistetti, ha dovuto affrontare un intero procedimento senza le sue dichiarazioni, senza la sua versione, senza che l’imputata portasse in aula un qualche testimone a sua difesa.

L’altro, da lei a sua volta denunciato con l’accusa di calunnia, in Tribunale ci è andato. I giudici hanno potuto ascoltare dalla viva voce dell’uomo la propria ricostruzione dei fatti, e anche quella di due testimoni da lui citati. Si è difeso dall’accusa di calunnia e il giudice l’ha assolto. Stefania Meo invece no, si è tenuta fuori dalle aule di giustizia, nonostante le insistenze del suo legale. E a differenza del suo accusatore è stata condannata a 3 anni e 4 mesi di reclusione per estorsione. Sentenza che è rimasta tale in Appello, e che la Corte di Cassazione ha ribadito rendendo così definitivo il pronunciamento dei primi due gradi di giudizio.

Ora Stefania Meo è in carcere a Lecce. Per la giustizia colpevole di estorsione, ma forse anche di “disinteresse” alla sua causa. La sua presenza in Tribunale avrebbe probabilmente potuto mutare l’epilogo del procedimento, o forse no: difficile saperlo. L’avvocato Pasquale Fistetti tuttavia si sta già adoperando per rimetterla in libertà. Ha fatto istanza di sospensione della pena: sperando che almeno la galera le sia risparmiata.

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