Due rapine in rapida successione con fucili e maschere di carnevale. Erano su una Fiat Uno, come a Francavilla

GibaG_Banner 500x250Lo Strillone

rapina-ariccia-fucile-619x376Due rapine messe a segno in rapida successione, prima in una tabaccheria, poi in un’edicola. E’ accaduto ieri sera, poco dopo le 19 e 30, a Torre Santa Susanna. La banda, composta da 3 individui, tutti con i volti travisati da maschere di carnevale, si sono mossi a bordo di una Fiat Uno: lo sttesso tipo di auto su cui viaggiavano i banditi che il 12 febbraio scorso hanno assalto l’area di servizio Ep di via Brindisi, a Francavilla Fontana. I rapinatori entrati in azione ieri a Torre hanno eseguito i due colpi non lasciando nulla al caso. Fermata l’auto in largo Santa Susanna, il conducente ha atteso i complici alla guida della vettura col motore accesso.

Gli altri due sono scesi: uno, armato di fucile, è rimasto fuori fungendo da palo, mentre il terzo bandito è entrato nell’attività spianando il fucile contro il titolare e la moglie, e intimando loro di consegnare l’incasso. Terrorizzati i due titolari della tabaccheria hanno aperto il registratore e consegnato al bandito tutti i contanti: cifra ancora in via di quantificazione. Intascato il bottino i rapinatori si sono dileguati per le vie del centro. Ma, si sarebbe scoperto dopo, non per mettersi a riposo. Quando le auto dei carabinieri sono giunte in largo Santa Susanna infatti, ai militari è giunta una nuova segnalazione.

Ancora una rapina. Ancora tre banditi armati di fucile e con maschere di carnevale, a bordo di una Fiat Uno. La banda aveva colpito di nuovo, questa volta in un’edicola di via Latiano, sempre a Torre. A differenza del primo colpo, nel secondo assalto i tre sono stati meno “schematici”. Entrati nella rivendita di giornali, puntando i fucili a canne mozze, i banditi hanno prima arraffato i contanti dal registratore di cassa, poi strappato con la forza il portafogli al titolare. Quando i carabinieri sono giunti sul posto, della banda non c’era già più traccia. Ma le indagini non parono da zero: dalla loro gli investigatori hanno le immagini delle videocamere e le testimonianze delle vittime. La caccia è aperta.

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