Si riceve e pubblica da Federico, giovane attivista di Forza Italia, che commenta la nomina di Luigi Vitali a commissario del partito azzurro per la Puglia:
Sono un appassionato di politica da quando avevo 14 anni e, studiando a Roma, sono diventato sempre più attivo nel gruppo giovani di Forza Italia di San Lorenzo in Lucina.
Credo che Silvio Berlusconi abbia sempre confuso il Paese con la sua Azienda e il Partito con il suo Milan; il primo punto non l’ho quasi sempre condiviso, il secondo sì.
Far parte di un partito è proprio come far parte di una squadra: l’unione prima di tutto. E proprio come in vista di un big match o di una elezione, scende in campo il più allenato, il più concentrato, il più carico: il migliore.
Sedere in panchina non è da perdenti così come non dev’essere vista, la panchina, come una punizione o, peggio ancora, una minaccia. La forza di un leader risiede nel suo senso di responsabilità proprio perché è sempre lui che, da trascinatore, si fa carico non tanto delle vittorie quanto delle sconfitte.
Ogni giocatore serio, professionale e paziente aspetta sempre la chiamata del mister così come ogni politico coerente, leale e tenace aspetta quella del Presidente del suo partito: il giocatore, così come il politico, dovrà poi dimostrare sul campo la propria stoffa, l’attaccamento alla maglia e guadagnare sul campo la fiducia necessaria.
Caro Raffaele Fitto, lascia che ad indossare la fascia di capitano sia un vero leader in Puglia e per la Puglia, e impara a fare un po’ di autocritica. Quando eri tu ad indossare la maglia da titolare tutto andava bene, tutto era lecito.
Dopo varie cessioni a parametro zero poste in essere da Berlusconi, da Pirlo ad Alfano: #staisereno. Nessuno è indispensabile, per lui, tanto nel calcio quanto in politica. Ricordati che Forza Italia è una famiglia. Ricordati che Forza Italia ha una storia.
Queste parole appartengono ad un giovane di 23 anni che milita in politica da quasi dieci anni e sempre dalla stessa parte.
F.V.