Si riceve e pubblica, in relazione a un articolo pubblicato qualche giorno addietro, questa precisazione del dottor Alessandro Perrone, dirigente medico presso il reparto di Chirurgia Generale dell’ospedale Dario Camberlingo di Francavilla Fontana:
Gent.mo Direttore,
riguardo all’articolo apparso sul suo giornale in data 13/02/2015, in qualità di componente dell’equipe chirurgica citata le chiarisco quanto segue:
più volte abbiamo risposto non solo alle richieste interne aziendali ma anche nel novembre 2011 all’allora responsabile On. Leoluca Orlando, del Ministero della Salute, della Commissione sul Monitoraggio degli Errori Sanitari che riguardo al tubicino… rinvenuto nella parete addominale del paziente, abbiamo chiarito che non si trattava di un corpo estraneo lasciato involontariamente o di un pezzo di drenaggio rimosso in maniera errata, ma di una bacchetta applicata all’esterno dell’addome sulla cute per poter ancorare l’ansa intestinale (per favorire la fuoriuscita del contenuto all’esterno) in un intervento salvavita eseguito in emergenza in un paziente in condizioni gravissime (intervento chirurgico eseguito secondo le linee guida e i protocolli chirurgici….) e che grazie a tale procedura: colostomia su bacchetta e al pronto intervento dei Colleghi Anestesisti (Dr. Della Corte e la dr.ssa Galizia che hanno …. rianimato il paziente) si è letteralmente salvato la vita allo stesso!!!
Al termine del medesimo intervento, non avendo purtroppo la tanto richiesta Terapia Intensiva Postoperatoria nel Nostro Presidio Ospedaliero di Francavilla Fontana, si è trasferito il paziente in quella del Presidio Ospedaliero di Lecce, avendo avuto la disponibilità del posto letto!
Ora… tale bacchetta posizionata all’esterno dell’addome, sulla cute, dopo 7 – 8 giorni dall’intervento bisogna rimuoverla, previa rimozione dei punti di sutura che la ancorano alla stessa. Da noi, dopo l’intervento eseguito in emergenza, il paziente non ha fatto più ritorno (dopo 6 giorni è stato dimesso dalla Terapia Intensiva e trasferito in un reparto di Medicina dello stesso Presidio Ospedaliero di Lecce) e se la tanto citata bacchetta non viene rimossa… è chiaro che con il passare del tempo attraverso la soluzione di continuo della cute, da dove fuoriesce il viscere su cui è stata eseguita la stomia, può decupitare e migrare nella parete addominale!
Detto questo, ripeto solo per chiarire, ci tengo a sottolineare che il Reparto di Chirurgia, nel quale lavoro da 10 anni, è un Reparto valido e sicuro per il paziente, nel giro di tre anni si è assistito ad un incremento di numero di interventi di circa il triplo (raggiungendo nell’ultimo anno passato i 1300), e non solo come numero ma anche come tipologia di intervento, abbiamo trattato e trattiamo, i tumori dell’intestino, dello stomaco, del fegato, della mammella, della tiroide, oltre alla chirurgia minore di base, oltre alla Chirurgia Laparosocpica, e trattato anche patologie pediatriche oltre alla comune appendicite ed alla patologia erniaria, anche patologie molto più impegnative come l’invaginazione intestinale.
Si sottolinea, inoltre, che la Nostra Unità Operativa è diventata punto di riferimento non solo provinciale ma interregionale (abbiamo trattato pazienti provenienti dalla Basilicata, dalla Calabria e dal Molise), con un tasso di mortalità accertata, tra i più bassi d’Italia.
La ringrazio per avermi dato l’opportunità di poter chiarire la Nostra posizione a Lei e ai suoi Lettori, che potrebbero avere una visione distorta della Nostra realtà.
Dr. Alessandro Perrone