L’anziano di Oria ucciso ha conosciuto il suo assassino su una chat per uomini:ecco come sono arrivati a lui

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E’ un quadro probatorio ricchissimo e fitto di dettagli quello che ha incastrato Ismaini Zakaria, il marocchino 32enne accusato dell’omicidio di Cosimo Mastrogiovanni, il 63enne di Oria trovato morto e carbonizzato nella sua villa a Latiano lo scorso 13 novembre. Gli investigatori dell’Arma, coordinati dalla Procura di Brindisi, hanno chiuso il cerchio attorno al 32enne seguendo le tracce da lui lasciate prima e dopo l’omicidio. In particolare consultando le telefonate in entrata e in uscita dal cellulare della vittima, dalle quali risultarono subito le numerose chiamate intercorse col suo assassino, giunto dalla Sicilia per un incontro intimo.

Ismaini Zakaria
Ismaini Zakaria

Stando a quanto riportato nel decreto di fermo spiccato dal capo della Procura di Brindisi Marco Di Napoli e dal sostituto Nicola Ghizzardi, Mastrogiovanni conobbe il suo assassino su una chat per soli uomini. E fu la stessa vittima a pagare il biglietto per il viaggio che il 32enne avrebbe dovuto intraprendere per l’incontro a Latiano.

Consultando i tabulati telefonici gli inquirenti hanno trovato le telefonate intercorse fra i due anche poche ore prima dell’omicidio, ma non solo. Durante le indagini i carabinieri hanno inoltre scoperto come il telefono di Ismaini fosse agganciato il giorno dell’omicidio alla cella di Brindisi. A maggiore conferma sono stati anche ricostruiti gli spostamenti del presunto assassino al quale, emerge dagli atti, l’8 novembre scorso, pochi giorni prima dell’omicidio, la società “Interbus” rilasciò un biglietto per la tratta Catania-Brindisi, acquistato però a Latiano presso l’agenzia “Leonetti viaggi”, da “un uomo adulto”: presumibilmente lo stesso Mastrogiovanni.

Altri indizzi di colpevolezza a carico del pregiudicato marocchino (già noto alle forze dell’ordine per altri reati, dalle lesioni personali alla cessione di droga, passando per l’uso di armi), sono venuti a galla dal furto dell’auto e del computer della vittima. Ismaini Zakaria infatti, dopo aver ucciso il 63enne, avrebbe rubato alla vittima sia il portatile che l’auto, una Hyundai Atos, a bordo della quale il 32enne si è diretto il giorno stesso a Barletta, dove risiede un amico anche lui magrebino: Abid Adil.

Interrogato tempo dopo Adil ha spiegato di aver effettivamente ospitato l’amico a Barletta, e di averlo visto in possesso di un portatile nero (esattamente identico a quello di Mastrogiovanni) che avrebbe cercato di vendere per sbarazzarsene e guadagnarci. Un quadro probatorio insomma difficile da smontare, reso ancor più solido dalla testimonianza resa da un altro amico del presunto assassino, che agli investigatori ha riferito di averlo incontrato a novembre e di aver saputo da lui di essere giunto a Barletta dalla provincia di Brindisi.

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