Si riceve e pubblica da Sergio Tatarano (il riferimento è a questo articolo)
Basta guardare il comportamento degli amministratori locali quando si entra in contatto con la Chiesa per capire quanta differenza ci sia tra destra e sinistra: nessuna.
Le ingerenze clericali nelle manifestazioni laiche e, nello stesso tempo, la partecipazione dei rappresentanti delle istituzioni alle manifestazioni religiose, rappresentano una dimostrazione di grave arretratezza culturale tutt’altro che trascurabile, di fronte alla quale, incredibilmente, nessuna voce intellettuale, dentro e fuori dall’Amministrazione e dal Consiglio, si leva.
I cambiamenti richiedono gesti simbolici significativi che diano il senso del livello di consapevolezza di una comunità ed ecco che, anche dopo l’arrivo della “rivoluzione bruniana”, si continuano pervicacemente a mescolare aspetti e piani che andrebbero mantenuti separati per rispetto sia di chi è credente (come nel caso delle processioni in cui sfilano assessori e consiglieri) e vede utilizzare opportunisticamente la fede come occasione per pascolare alla ricerca di consensi meschini, sia di chi credente non è (come nel caso delle benedizioni di luoghi pubblici da parte di rappresentanti del mondo confessionale).
Ognuno può fare di un locale di sua proprietà ciò che crede, ma che un luogo di proprietà del Comune riceva una benedizione mi pare un fatto assolutamente inopportuno.
Sergio Tatarano