Costumi per Carnevale a prezzi stracciati su fb, ma la venditrice incassa i soldi e scompare: mamme e papà denunciano. Probabilmente una truffa

Nuove frontiere per le truffe: non soltanto quelle – sempre più diffuse – ai danni degli anziani; ce ne sono di altri tipi, come quella messa a segno ai danni di ignari genitori convinti di poter comprare, a prezzi convenienti, costumi per Carnevale ai loro figli. No, non è uno scherzo. Ne sono stati ordinati molti, di costumi, da Francavilla Fontana e dintorni a una sedicente venditrice che si è offerta con tanto d’invitanti e credibili inserzioni sui social network, in particolare Facebook: capi di pregevole fattura degni di una bella figura e, come detto, apparente convenienza. Quei costumi, infatti, sono stati proposti e – di fatto – comprati per cifre tra i 37 e i 40 euro.

Per chi conosce il mercato dei travestimenti, potenzialmente un buon affare. Solo che, alla fine, l’affare l’ha fatto soltanto chi ha messo in vendita – per finta – quegli indumenti. Già, per finta. Perché, dopo aver incassato i soldi quella donna è sparita coi soldi. I soldi di numerose persone che si sentono tratte in inganno o, per meglio dire, raggirate. E che ora, alla spicciolata, si rivolgono ai carabinieri per chiedere indietro i propri soldi e soprattutto giustizia. Chissà che dal profilo Facebook della falsa commerciante o semmai dalla sua Postepay si possa risalire alla sua identità o all’identità di chi realmente si celasse dietro di lei (sempre ammesso che non si trattasse di un uomo).



Come funziona il giochino? C’è un profilo Facebook apparentemente attendibile – con amici, foto della stessa persona, insomma normale – che propone questi costumi per Carnevale. Si sa: il Carnevale non è una festività troppo sentita dagli adulti, ma i bambini ci tengono molto e lo festeggiano anche a scuola. I genitori, quindi, cercano di farli felici e di non farli “scomparire” – come si suol dire – nei confronti degli amichetti. Più di qualche mamma, ma anche alcuni papà, si sono imbattuti nei giorni scorsi in questo profilo della commerciante specializzata nella vendita di “maschere”.

Dopo essere stati attratti dall’apparente qualità dei prodotti e, appunto, dai costi relativamente modici, hanno commentato sotto i post e in seguito hanno stabilito un contatto provato con la commerciante. Il profilo Facebook recava il nome di una donna, ma si ripete: non è escluso potesse trattarsi di un uomo, anche se poi la Postepay era intestata a una donna. E, insomma, dopo un primo contatto social, la venditrice – si continuerà a ritenerla di genere femminile – ha fornito agli interessati un suo numero di telefono per contattarla direttamente su Whatsapp e poi dal canale di messaggistica istantanea ha indicato una carta ricaricabile (Postepay, appunto) sulla quale effettuare il bonifico prima di poter ricevere la merce direttamente e comodamente a casa propria.

Si legge in una conversazione, di quelle per risultare professionali e credibili: “Mi manda nome e cognome via città Cap e-mail e numero di telefono, dove tracciare la spedizione”. E ancora: “Appena fate il pagamento, mi serve la ricevuta grazie ovviamente il bonifico istantaneo perché domani mattina alle nove devo spedire”. L’ignara acquirente, in questo come in altri casi, fornisce tutto ed effettua il pagamento. Solo che poi non le sono spariti soltanto i soldi del bonifico, ma è sparita la venditrice. E, ovviamente, il costume non le è mai arrivato. A lei come a tanti altri.

Dal numero di Postepay e dal nome dell’intestataria, per ciò che possa valere, spetterà ora agli investigatori cercare di far luce sulla vicenda. Non è uno scherzo di Carnevale, per quanto di pessimo gusto, e anzi se fosse un gioco – e non è neppure un gioco – si potrebbe intitolare “truffe senza frontiere”.

Resta aggiornato

Iscriviti alle nostre newsletter

WP Twitter Auto Publish Powered By : XYZScripts.com