Castello di Oria con museo, bar e ristorante: ok con condizioni dalla conferenza di servizi preliminare. Un primo step verso la riapertura al pubblico

Ora si può parlare di più che uno spiraglio: il castello di Oria potrebbe riaprire al pubblico – quale museo con bar e ristorante – già dalla prossima primavera. Questo era già il sogno della proprietà e da qualche giorno a questa parte si è trasformato in un obiettivo perlomeno ipotizzabile. Il responsabile comunale del Secondo settore (Attività produttive, Suap, Turismo, Servizi culturali e scolastici, Sport) Glauco Caniglia ha infatti dichiarato positivamente conclusa la conferenza di servizi preliminare richiesta ad aprile e ottobre 2024 proprio da Borgo Immobiliare Srl.

Quest’ultima potrà procedere col progetto, sebbene attenendosi a indicazioni e prescrizioni degli enti che hanno partecipato alla conferenza stessa, e cioè: i vigili del fuoco con il comandante Giulio Capuano; l’Asl di Brindisi con il direttore del Dipartimento di prevenzione Stefano Termite; il Comune di Oria con il responsabile del IV Settore tecnico – manutentivo Antonio Dattis; la Soprintendenza archeologica delle belle arti e paesaggio per le province di Brindisi e Lecce; la polizia locale di Oria.



È stato anche acquisito nella documentazione il parere legale sul “Castello federiciano di Oria in particolare in ordine alla conferenza di servizi preliminare per l’avvio di attività museali ed accessorie all’interno del Castello di Oria” a firma dell’avvocato professore Michele Dionigi del Foro di Bari.

In quest’ultimo parere, il legale sosterrebbe che senza dubbio il castello può ospitare un museo con annesse attività accessorie (bar e ristorante) ma per quanto concerne la disciplina urbanistica ad hoc (si pensi a un eventuale cambio di destinazione d’uso) ogni altro approfondimento spetterebbe comunque agli uffici comunali. Da questo momento in poi, dunque, i proprietari del castello (dal 2017, imprese che fanno capo alla famiglia Romanin – Caliandro) possono quindi procedere nei loro intenti e cercare di mettere a frutto un investimento che fu di circa otto milioni e mezzo di euro.

Nei primi tempi, si parlò di una sala ricevimenti ma quella strada si rivelò non percorribile. Solo di recente, da un paio d’anni circa, è sorta l’intenzione di museo, bar e ristorante. Un qualcosa di teoricamente fattibile anche secondo le istituzioni che hanno preso parte alla conferenza, dichiarata conclusa lo scorso 14 gennaio. Un progetto fondamentalmente accolto ma soggetto a precise condizioni tecniche, cui i proprietari dovranno scrupolosamente attenersi prima di giungere alla conferenza di servizi decisoria.

Durante questa seconda fase, presa contezza degli elaborati della prima, potranno intervenire e muovere osservazioni anche altri soggetti interessati, compresi semplici cittadini e associazioni. Il castello, infatti, per quanto di proprietà privata, è sempre stato un monumento di tutti e da quando è chiuso al pubblico – a seguito delle vicissitudini giudiziarie, sfociate in condanne per reati in materia edilizia e ambientale – ne risente anche l’economia locale.

Che possa riaprire i battenti, pur nel rispetto della normativa, è un obiettivo dichiarato del sindaco Cosimo Ferretti e della sua amministrazione. Dopo la conclusione della conferenza di servizi preliminare, non più soltanto un miraggio nascosto dalla linea dell’orizzonte.

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