A dieci dall’incendio sulla nave traghetto Norman Atlantic un documentario racconta i giorni del naufragio in cui persero la vita 31 persone, 19 delle quali risultano ancora disperse.
Il 13 dicembre alle ore 19 presso il Cinema Teatro Impero a Brindisi si terrà l’anteprima del documentario “Norman Atlantic”, scritto e diretto da Lucia Portolano e prodotto da Marco Mingolla per Cattive Produzioni. L’evento sarà condotto dall’inviato di Repubblica, Giuliano Foschini.
Il racconto dei giorni del naufragio dalle voci e dalle testimonianze dei naufraghi e dei soccorritori. Le immagini inedite di quei difficili momenti e le prime ispezioni sulla nave distrutta dalle fiamme. Storie che si intrecciano tra paure e speranze sfociate anche in profonde amicizie.
Non una ricostruzione della vicenda, ma “la presa diretta” di coloro che l’hanno vissuta. Una tragedia che dieci anni fa attirò l’attenzione dei media di tutto il mondo, un incendio di vaste dimensioni su un traghetto passeggeri che percorreva una delle rotte più frequentate del Mare Adriatico. Ancora oggi milioni di passeggeri si imbarcano dalla Grecia e dall’Albania per raggiungere le nostre coste. Una tragedia che non può essere dimenticata, per rispetto delle vittime e per evitare che possa accadere di nuovo.
Il documentario è stato realizzato con il contributo dell’Autorità portuale del sistema del mare Adriatico Meridionale e della società Rotte di Portolano, con la collaborazione del Corpo dei Vigili del Fuoco, della Guardia costiera italiana e dell’Impresa Fratelli Barretta, con il patrocinio del Comune di Brindisi e il patrocinio del Consolato greco a Brindisi.
La storia. L’incendio a bordo della Norman Atlantic scoppiò all’alba del 28 dicembre del 2014, sulla nave tra equipaggio e passeggeri c’erano circa 519 persone, di queste 31 morirono e 64 rimasero ferite. Durante le ricerche furono trovati solo 12 corpi, altri 19 passeggeri risultano ancora dispersi.
La Norman Atlantic era partita da Igoumenitsa ed era diretta ad Ancona quando, a 20 miglia dalla costa di Otranto, divampa un incendio su uno dei ponti (ponte 4) dove erano parcheggiati auto e camion frigo. È l’inizio di un incubo. La gente scappa, viene fatta mettere in coperta sulla plancia, qualcuno cade in mare mentre cerca di salire sulle scialuppe di salvataggio che non sono sufficienti a salvare tutti. Dal porto di Brindisi partono i soccorsi, un’operazione che riesce a mettere in salvo oltre 450 persone, che restano tre giorni in balia del fuoco e del mare. Un racconto drammatico quello dei superstiti e dei soccorritori. Resta ancora oggi il mistero sul numero reale dei passeggeri a bordo, durante le ispezioni furono trovati i corpi di alcuni ragazzi clandestini. Secondo quanto emerso nel processo di primo grado l’incendio sarebbe partito da un camion, parcheggiato in uno dei garage, rimasto con il motore acceso perché a bordo non c’erano allacci a sufficienza rispetto ai camion frigo imbarcati.
Dopo nove anni dalla tragedia, a novembre 2023, è stata emessa la sentenza di primo grado: gli imputati sono stati quasi tutti prosciolti per prescrizione, il reato di omicidio colposo è stato prescritto. Sono stati condannati solo il comandante (6 anni di carcere), il primo ufficiale di macchina (5 anni di carcere) e un membro dell’equipaggio ( 3 anni). I pubblici ministeri della Procura di Bari, Ettore Cardinale e Federico Perrone Capano hanno fatto ricorso in Appello contro le assoluzioni. La vicenda giudiziaria è ancora in corso.