“Qui era meglio prima, meglio rimettere le fermate che c’erano prima, con gli orari che c’erano prima”. Nella popolosa contrada Bax – Capece, tra Francavilla Fontana e Ceglie Messapica, il servizio bus a chiamata non piace. Se i residenti potessero, lo sopprimerebbero immediatamente. Qui ci vivono anche, se non soprattuto, anziani non proprio dimestichi con la tecnologia. Non sempre possiedono uno smartphone e spesso neppure sanno cosa sia un’app. Sapevano che prima, a una certa ora, passava la “corriera” e si facevano trovare alla fermata, sempre la stessa, negli orari prestabiliti, sempre gli stessi.
L’hanno fatto fino a poco tempo fa, fino a quando cioè – per un’intesa tra Comune e Società trasporti pubblici – non è stato introdotto in via esclusiva il servizio navetta su prenotazione. Se ci sono prenotazioni, a Bax e altrove, il bus passa e carica i passeggeri; altrimenti, non passa proprio. L’intento è nobile: scongiurare le corse a vuoto e in compenso offrire un servizio personalizzato agli utenti. Questi ultimi possono prenotare il proprio “viaggio” di andata e ritorno, appunto, da un’app oppure chiamando un numero messo a loro disposizione proprio dove si trovavano le fermate di un tempo. Facile a dirsi per chi è un po’ più “smart”; difficile a farsi per chi ne sa poco o nulla di tecnologia fosse anche base. Cioè: se non la maggior parte, una buona fetta di coloro i quali popolano contrada Bax – Capece.
Così, diventa difficile – principalmente per gli anziani – sbrigare commissioni in città, come raggiungere il cimitero o l’ufficio postale. Cose quotidiane che un tempo risultavano semplici e, anzi, di routine. Oggi, invece, come denunciano gli stessi residenti – supportati dalla consigliera di opposizione Anna Ferreri, che ha presentato interrogazioni e segnalazioni – si è fatto per loro tutto più difficoltoso:
“Sono costretti a chiedere un passaggio a parenti o male che vada a conoscenti per fare cose che prima facevano in autonomia”, dichiara Ferreri. Se si facesse un referendum a Bax – Capece, il risultato rischierebbe di essere plebiscitario: “Vorreste il vecchio servizio di trasporto pubblico?”. Vincerebbe, senza ombra di dubbio, il sì. Voterebbero a favore sia i residenti, sia familiari e conoscenti dei residenti trasformatisi ormai in servizio di trasporto pubblico.
“Non credo che il servizio bus a chiamata possa essere universale – sostiene la consigliera Ferreri – soprattutto alla luce dei disagi innegabili che si sperimentano ogni giorno in posti come contrada Bax, ma non soltanto qui. Ritengo sia anche una questione di rispetto e dignità nei confronti di fasce deboli della popolazione che non s’immaginano neppure un servizio del genere e probabilmente mai ci si abitueranno. Peraltro, quando si chiama, non è neanche detto che qualcuno ti risponda: in qualche caso il numero è squillato a vuoto, in altri non ha proprio dato segni di vita”.
L’assessore alla Mobilità sostenibile Sergio Tatarano, invece, resta convinto di quella che è stata – sin dalla prima amministrazione targata Denuzzo – una delle sue battaglie civili. La prenotazione telefonica – assicura – è stata pensata proprio per la popolazione più anziana, mentre l’app è facilmente gestibile dai più giovani.
Secondo Tatarano, non si può tornare indietro ma continuare nel solco tracciato fino a che esso non sarà metabolizzato. Il bus a chiamata, nelle nobili intenzioni del progetto, giova potenzialmente tanto all’utenza quanto all’ambiente. I mezzi costretti a fermarsi dove non serve non sono utili ad alcuno, proprio come i numeri di telefono che – a volte – squillano a vuoto quando si cerca di prenotare una fermata.