Nuovi progetti per il castello di Oria, ma se ne riparlerà a settembre: soprattutto un museo, ma anche ristorante, caffetteria, bookshop e sala convegni. Se n’è parlato nel corso di un incontro tecnico tenutosi ieri in Soprintendenza Belle Arti e Paesaggio a Lecce.
Vi hanno partecipato – oltre al funzionario della Soprintendenza, architetto Fernando Errico – una delegazione della proprietà Giuseppe Romanin, Emanuela Romanin e il loro legale Ferdinando Silvestre con l’architetta Maria Formosi e le archeologhe Fabiana Dirella e Serena Musco e una del Comune di Oria, con i responsabili dottor Glauco Caniglia (2° Settore, Suap e Cultura) e architetto Antonio Dattis (4° settore, Urbanistica).
Non c’era, invece, il sindaco Cosimo Ferretti né alcun altro componente politico: essendosi trattato di un incontro tecnico, hanno preferito lasciare che interloquissero tra loro i tecnici e – per forza di cose – i proprietari. L’incontro è stato sostanzialmente interlocutorio ma neanche troppo, giacché è stato prospettato per sommi capi il progetto in itinere. Un progetto ambizioso che punta a riaprire al pubblico l’antico monumento – acquisito ad agosto 2007 da Borgo Ducale Srl e passato di mano a giugno 2022 a Borgo Immobiliare Srl – con importanti novità rispetto al passato.
La musealizzazione sarà al centro di tutto, nel senso che il museo dovrà fare – nelle intenzioni di proprietà e progettisti – da traino rispetto ad altre attività accessorie. Il castello sarà anche esso stesso un museo, facendo finalmente bella mostra di sé dopo le vicissitudini giudiziarie del 2011 che sfociarono nel suo sequestro e in processi penali ormai conclusisi da anni (non così per quelli civili inerenti il risarcimento dei danni).
Nel castello sarà esposta la collezione archeologica Martini Carissimo, che nei mesi scorsi fu sequestrata dai carabinieri del Nucleo tutela patrimonio archeologico di Bari per essere stata trasferita e danneggiata. Nel corso del controllo, i militari s’imbatterono anche in una cinquantina di reperti risultati di dubbia origine (sequestrati pure essi).
Dopo una prima richiesta di conferenza dei servizi – puntualmente aperta dal responsabile comunale Caniglia – i proprietari ne chiesero la sospensione, sfociata in una interruzione in attesa della presentazione di un nuovo progetto. Cioè quello di cui si è cominciato a parlare ieri circa lo stato dell’arte della nuova progettazione. Non ci sarà una foresteria, ossia la possibilità di pernottare nel maniero. Si tenterà in ogni modo di favorire l’accessibilità alle persone disabili anche grazie alla realtà aumentata laddove non sarà possibile eliminare del tutto le barriere architettoniche.
Si studia la possibilità di consentire l’accesso permanente ai percorsi di collegamento – ronde – tra una torre e l’altra e probabilmente di salire proprio sulle quattro torri (quadrata – mastio, del cavaliere, del salto, dello sperone) e di realizzare una seconda scala, oltre a quella che costeggia la torre del cavaliere, per migliorare il deflusso dei visitatori. Sarà restaurata anche l’antica cripta dei santi Crisante e Daria, primi patroni di Oria, collocata sotto la torre del salto. Piazza d’armi compresa nell’itinerario aperto al pubblico e non riservata ad altre attività non culturali, al pari della sala convegni.
S’immaginano itinerari tematici come l’investitura del cavaliere nell’omonima torre, racconti sul panorama circostante dalla torre dello sperone, enni al quartiere ebraico in prossimità della “falsa porta” (che consentiva ingressi e uscite furtive dal castello in caso di necessità. Un percorso interessante e interattivo, sebbene il progetto debba approdare al Suap.
Si parla di settembre, poi ci vorranno 60 giorni per concludere la conferenza dei servizi preliminare, altri 45 per quella decisoria. Nel mezzo, il nodo sul cambio di destinazione d’uso. Insomma, nulla d’immediato ma – quantomeno nelle idee – sembra cominciarsi a intravedere un barlume di luce e speranza in fondo al tunnel di una chiusura del monumento che dura ormai da tanti, troppi anni.
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