Di seguito una nota da parte della coordinatrice Udc Francavilla Fontana Alessandra Vacca:
“Ho accettato l’invito ad essere qui presente, oggi, non tanto per raccontare quanto accaduto due settimane fa alla piccola paziente francavillese, quanto per dire che mi dispiace vedere l’Ospedale di Francavilla demansionarsi… Voi dovete starci vicino sempre di più.”
Queste le dichiarazioni rilasciate dall’eccellente primario del reparto di pediatria del Camberlingo, Dott. Biagio De Mitri, durante il suo intervento di apertura del Consiglio comunale di ieri.
Parole forti, che denunciano una preoccupante -quanto ormai nota- situazione, quella dell’Ospedale di Francavilla Fontana, di fronte alla quale si ha l’amara e terribile sensazione che istituzioni e politica non si prodighino abbastanza.
Il punto nascite chiuso “temporaneamente” lo scorso anno e mai riaperto, il reparto ginecologia ridotto ad un fantasma, quello di anestesia e rianimazione pronto e mai inaugurato, una grave carenza di organico e lo spettro della chiusura imminente di altri reparti: questa è la fotografia del nosocomio, oggi.
Intanto, sempre nella giornata di ieri, il Presidente dell’Ordine dei medici ha proclamato lo stato d’agitazione contro l’ASL di Brindisi, denunciando gravissime carenze.
Nella nota diramata, si legge: “un paziente che abbia a che fare con le strutture ospedaliere dell’ASL brindisina rischia, purtroppo, di non ricevere tutte le cure e le attenzioni delle quali egli potrebbe avere bisogno per vedere salvaguardata la propria vita”.
Il drammatico quadro, così come ricostruito e descritto dai medici brindisini nel comunicato, si conclude con un (ulteriore) grido d’allarme: “l’Ospedale di Francavilla rischia ulteriori ridimensionamenti, se non la completa dismissione”.
La voce del Dottor De Mitri e la denuncia del Presidente dell’Ordine dei Medici di Brindisi non possono perdersi nel vuoto dell’indifferenza, delle promesse non mantenute e delle “balle” propinateci dalla politica regionale.
La salute è un “bene” costituzionale, complementare alla vita stessa, in difesa della quale chiunque dovrebbe mobilitarsi e sentirsi coinvolto.
Bisognerebbe spiegare ai cittadini se e quali azioni sono state intraprese da politica ed istituzioni -comunali, provinciali e regionali- per salvare quel che resta del nostro nosocomio cittadino.
L’impressione è che nessuno abbia più desiderio -o interesse- a combattere.
E questo è assolutamente inaccettabile.