“Signor giudice, io dovevo andare a pesca ed ero obbligato a fare quel tratto di strada”. Un 41enne di Erchie è stato assolto con formula piena – “perché il fatto non sussiste” – dall’accusa di non aver rispettato il divieto di ritorno per sei mesi nel comune di Mesagne.
Nelle prime ore del mattino del 29 settembre 2022, l’ercolano fu fermato dalla polizia lungo al circonvallazione di Mesagne in prossimità dell’incrocio con la strada vecchia per Latiano. L’orologio indicava le 2.15 e l’automobilista procedeva a velocità sostenuta al volante della sua Fiat Multipla di colore grigio quando d’imbatté in una pattuglia che decise di sottoporlo a controllo e di chiedergli conto di tutta quella fretta.
Il 41enne non cercò di fuggire e molto tranquillamente porse agli agenti patente e carta di circolazione. Dall’interrogazione dei sistemi in uso alle forze dell’ordine emerse come l’uomo avesse a carico numerosi precedenti e risultò soprattutto che in territorio mesagnese non ci poteva stare. Il 16 maggio di quello stesso anno, infatti, gli era stato notificato dai carabinieri della Stazione di Erchie un divieto di ritorno a Mesagne della durata di un semestre. Il provvedimento era stato emesso dal questore di Brindisi a seguito di reati predatori (furti) commessi dall’ercolano proprio in territorio mesagnese, dove pare avesse peraltro cattive frequentazioni.
Il divieto sarebbe scaduto il 15 novembre 2022 e soltanto dopo quel giorno il 41enne sarebbe potuto tornare a frequentare – beninteso, legalmente – Mesagne. Così, quella notte, i poliziotti – preso atto che la misura adottata dal questore era ancora in corso di validità – non poterono che rilevare la violazione e denunciarlo all’Autorità giudiziaria. Il denunciato disse subito, comunque, di essere soltanto di passaggio e di non avere intenzione di soffermarsi a Mesagne, ma di dover procedere oltre per raggiungere Brindisi. Il suo, insomma, era a suo dire, un percorso obbligato.
Comunque sia, incassò la denuncia e si rivolse al suo legale di fiducia. L’avvocato Michele Iaia del Foro di Bari l’ha difeso a processo rafforzando quanto anticipato dal suo assistito nell’immediatezza dei fatti, e cioè che il suo transitare da Mesagne non equivalse a sostare a Mesagne per commettere chissà quale crimine o frequentare chissà chi (era da solo in auto). Alla giudice onoraria del Tribunale di Brindisi Maria Raffaella Lopane l’imputato ha detto di essere diretto a Brindisi per una battuta di pesca, pratica di cui è appassionato.
L’avvocato Iaia ha evidenziato come da Erchie, per raggiungere Brindisi, sia necessario passare da Mesagne. Peraltro – ha sostenuto il legale – l’imputato non scelse neppure di addentrarsi nel centro abitato, che cercò in qualche modo di aggirare quando, proveniente da Torre Santa Susanna, svolto per la circonvallazione esterna in direzione Latiano da cui si sarebbe poi immesso sulla statale 7 in direzione del capoluogo.
La tesi è stata ritenuta verosimile e credibile – anche in assenza di prove contrarie e di malefatte, quella stessa notte, da parte dell’imputato – dalla got, che ha mandato assolto con formula piena l’ercolano. Salvato dall’hobby pesca, anche se quella notte nell’amo rimase impigliata soltanto una denuncia.