Inventore di un rimedio anti-Xylella querelò consigliere regionale, slitta l’udienza predibattimentale: eccezione d’incompetenza

Se ne riparlerà il 9 maggio. Nel corso dell’udienza predibattimentale di ieri dinanzi al giudice unico Valerio Fracassi, la difesa del consigliere regionale Fabiano Amati ha sollevato un’eccezione di competenza territoriale: il Tribunale di Brindisi sarebbe incompetente nel procedimento che lo contrappone all’ingegnere chimico Luigi Botrugno, di Andrano (Lecce).

Quest’ultimo, costituitosi parte civile con l’avvocato Antonio Sartorio, a suo tempo querelò il politico per diffamazione continuata anche a mezzo stampa e in particolare – tesi condivisa dalla pubblica accusa, sostenuta dal pm Pierpaolo Montinaro – per averlo indicato come un truffatore. Secondo il difensore di Amati, Carlino Carrieri, Foro competente sarebbe quello di Bari, luogo di residenza dell’imputato.

Il contesto dei dissidi tra Amati e Botrugno è quello del contrasto alla Xylella Fastidiosa, il batterio killer degli ulivi. Sia sui giornali, sia sui social, sia ancora su Whatsapp – si legge nel capo d’imputazione – il consigliere regionale, originario di Fasano, avrebbe espresso perplessità circa l’efficacia di “Nuovolivo”, un prodotto ideato da Botrugno per far vegetare e fruttificare le piante infette. Non mancarono termini espliciti quali, per l’appunto, “truffa”.

Botrugno sostiene la bontà del suo metodo agronomico (e non fitoiatrico) testimoniata dal giovamento che ne hanno tratto numerosi alberi da lui trattati, come quelli a compendio del verde pubblico a Lecce (piazza Palio, via Del Mare, Questura).

Fabiano Amati

Il tema della Xylella è attuale da almeno dieci anni e intorno a esso ruotano teorie tra le più svariate e a volte agli antipodi per risolvere il problema: innesti e reimpianti, per esempio, sono all’opposto rispetto a “Nuovolivo”. Secondo Botrugno non c’è bisogno d’innesti e reimpianti; sarebbe sufficiente il suo prodotto sulla scorta – sempre a suo dire – di evidenze e ricerche scientifiche. E questa è una delle numerose tesi contrapposte.

“Se ci sarà il processo, chiamerò tutti i maggiori scienziati nazionali e internazionali a testimoniare la verità di quanto ho affermato”, dichiara invece dal canto suo Amati.

Se ne riparlerà in aula tra meno di un mese, quando il giudice Fracassi dovrà dire se il Tribunale di Brindisi possa o meno occuparsi del caso. Vi è da comprendere anche il luogo da cui l’eventuale reato sia partito, se dal Brindisino o dal Barese e cioè da dove Amati, anche via Web, ha esposto il suo punto di vista sul prodotto oggetto del contendere e, di conseguenza, sul suo inventore.

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