Scatola con scarpe da bambino anziché le Hogan: avvocato truffato online, uomo a processo

Nella scatola consegnata dal corriere non c’erano le scarpe Hogan prese in offerta, ma qualche foglio di giornale e vecchie calzature da bambino. Il più classico dei “pacchi” in questo caso però rifilato a un noto avvocato del Foro di Brindisi, che non ha esitato a far mandare a processo il napoletano presunto autore di una delle numerosissime truffe online del periodo.

L’offerta interessante su Facebook

I fatti risalgono al 19 luglio 2022, quando navigando su Facebook l’avvocato s’imbatte nell’inserzione sponsorizzata di un e-commerce che propone Hogan a prezzi scontati del 30 per cento. Il sito sembra credibile e uno sconto del 30 per cento plausibile, non esagerato. Così procede all’ordine e sceglie di pagare in contrassegno, cioè alla consegna.

Il “pacco”

Dopo una decina di giorni, finalmente arriva il pacco. L’avvocato non è in sede, quindi comunica al corriere di lasciare il pacco presso le poste private di Latiano, chiedendo al gestore dell’esercizio di anticipare il dovuto: 119 euro. L’esercente, che conosce l’avvocato, paga in contanti e ritira il pacco. In seguito, l’avvocato va prenderselo e nota immediatamente qualche anomalia: intanto, la scatola non è marchiata Hogan ma è anonima; poi, il peso del contenuto lascia perplessi, pacco troppo leggero.

L’insostenibile leggerezza delle Hogan

I sospetti di una fregatura trovano riscontro al momento dell’apertura: in quella scatola ci sono fogli di giornale e due scarpette da bambino, usate e dal valore esiguo. Ciò che però dà probabilmente più fastidio al professionista è un altro elemento che non si aspettava: come destinatario del “pacco” è indicato “Avv. (cognome del legale)”, anche se nell’ordine non aveva di certo indicato il suo titolo. Una sorta di beffa nella beffa o, meglio, nella truffa.

L’ira dell’avvocato: “Ah sì? Ora ti faccio vedere io”

Quest’ultimo non la prende bene e si attiva subito per lavare la doppia onta della truffa e della beffa: prima contatta il corriere e blocca i soldi, poi denuncia tutto ai carabinieri.
In un primo momento il pubblico ministero ritiene di chiedere l’archiviazione per insufficienza di elementi di prova, ma il denunciante propone opposizione; in un secondo momento, la gip del Tribunale di Brindisi Stefania De Angelis dispone un supplemento d’indagine che sfocia in una citazione diretta a giudizio per l’indagato.

Napoletano a processo, la vittima chiede 10mila euro di danni

Questi risulta essere un uomo di Napoli, rintracciato grazie al codice Iban cui il corriere avrebbe dovuto effettuare il versamento dei 119 euro. L’udienza pre-dibattimentale è stata celebrata l’altro ieri dinanzi al giudice unico Valerio Fracassi, mentre il dibattimento comincerà con l’udienza del prossimo 12 giugno dinanzi al giudice monocratico Giuseppe Lanzillotta. La vittima si è costituita parte civile con l’avvocata Antonella Rizzo dello studio legale Rizzo – Sartorio. Chiede, previa condanna dell’imputato, 10mila euro per danni morali.

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