Lo scorso 19 marzo, Borgo Immobiliare Srl ha inviato una pec al Comune per dettare le eventuali condizioni di una riapertura al pubblico del castello.
Nulla che non s’immaginasse, tutto sommato. La famiglia Romanin Caliandro chiede il cambio di destinazione d’uso per realizzare un’area museale, un’area accessoria bar-ristorante guardaroba, un’area servizi.
Un percorso tra le torri
Il castello sarebbe aperto al pubblico con il suo museo, esteso per circa 2mila metri quadri, con servizio caffetteria e ristorazione a uso e consumo dei fruitori. L’area museale comprenderebbe sostanzialmente torre normanna, torre del cavaliere, torre del salto e torre dello sperone, camminatoi inclusi. Nella torre normanna sarebbe ospitata una collezione archeologica privata.
Ricevimenti su prenotazione e senza pregiudizio
Il castello, sempre nelle intenzioni della proprietà, sarebbe poi anche aperto a ricevimenti ma solo su prenotazione e senza inficiare la fruibilità pubblica; per quest’ultima, date e orari da concordare con l’amministrazione comunale anche nei periodi natalizio e pasquale (dall’1 giugno al 31 agosto disponibilità per visite notturne).
Cultura, convegni, congressi, concerti
Il monumento simbolo oritano ospiterebbe poi eventi culturali, convegni, congressi e concerti. Sarebbe dotato di tecnologie innovative e sostenibili e anche di un bookshop presso il quale acquistare gadget e souvenir. Riapertura anche alle scolaresche, come in passato.
Compromesso storico
La contropartita per la riapertura è quindi quella che s’immaginava: lo sfruttamento di un bene che finora ai pur facoltosi proprietari è soltanto costato tanto non solo per l’acquisto nel 2007 (più di sette milioni di euro) ma anche per la manutenzione e le infauste vicende giudiziarie sviluppatesi – e tuttora pendenti relativamente al risarcimento danni intorno a esso.
Decide la parte politica
La palla ora passa al sindaco Cosimo Ferretti e alla sua maggioranza. Poi, nel caso, starà agli uffici studiare come procedere in piena legalità.