“Ritrovarsi fratelli – Due colori, un unico legame di sangue”. S’intitola così l’ultimo libro di Andrea Tondo, 47 anni, sovrintendente capo della polizia di Stato in servizio nelle “Volanti” di Lecce: un poliziotto con le passioni per il proprio lavoro, la storia e la scrittura.
Poliziotto-scrittore in tour nelle scuole
Lo scorso 19 marzo, l’autore è stato ospite del Primo istituto comprensivo “De Amicis – Milizia” di Oria, dove ha tenuto un incontro incentrato proprio sul suo racconto e inquadrato come approfondimento di educazione civica, oltre che letterario.
L’input da un’esperienza realmente vissuta
Nel volumetto, nato dalla partecipazione a un concorso letterario promosso dalla rivista Polizia Moderna, si parte da un’esperienza realmente vissuta da Tondo che, nel corso della narrazione, sparge diversi indizi che giustificano il titolo dato allo stesso. Lo scritto ha anche contribuito a finanziare le attività benefiche di due associazioni di volontariato del Leccese: “Io posso” e “Per un sorriso in più”.
Storie di quotidiana integrazione
L’incontro, coordinato dalla professoressa Marzia Destradis, che ha fatto le veci della dirigente scolastica Francisca Camero (assente giustificata per impegni istituzionali), è cominciato con le storie di alcuni minori che frequentano la scuola e sono ospiti di comunità del posto.
Infatti, vi hanno preso parte anche Anna Della Corte (responsabile di “Verso l’infinito e oltre”) e Federica Desiato (coordinatrice della comunità educativa “San Benedetto”, oltre che Jacqueline Calò (mediatrice culturale dell’Ambito territoriale sociale di Francavilla Fontana).
Con l’aiuto tecnologico dei loro compagni, i giovanissimi stranieri hanno ripercorso i loro viaggi della speranza dall’Africa all’Italia ed espresso i loro desideri per un futuro italiano da persone perfettamente integrate.
Andrea e il suo amico-fratello ormai leccese
Con Tondo c’era anche il suo amico Ablay senegalese d’origine ma ormai a tutti gli effetti leccese: oggi lavora in un bar di piazza Sant’Oronzo, è un attivista sociale e studia all’università (sociologia e criminologia). L’autore considera Ablay un fratello, mentre Ablay considera Andrea un maestro: a suo tempo, gli ha indicato cosa fare e cosa non fare per potersi integrare al meglio.
Oggi i risultati sono sotto gli occhi di tutti: Ablay ha messo su famiglia e vive nel capoluogo salentino, dove giunse quando aveva solo 17 anni e mezzo (oggi ne ha 33) con moglie e tre figlie. Cominciò come venditore ambulante, poi si rimise a studiare – pur avendo già studiato in Senegal – e continua a farlo per migliorarsi sempre più.
Una platea attenta ed educata
Studentesse e studenti, che avevano già letto “Ritrovarsi fratelli” (interamente autoprodotto), hanno seguito con interesse ed educazione, tanto da essersi meritati anche i complimenti del poliziotto-scrittore: “Ne giriamo di scuole e posso assicurarvi che non sempre è così”.
Numerosi gli spunti di riflessione e le domande rivolte dalla nutrita platea a Tondo, che ha parlato più in generale di fratellanza “perché – ricordiamocelo – la razza è una sola, cambiano solo le provenienze”. E in più: “L’Italia non è fondamentalmente un Paese razzista perché siamo memori di quando eravamo noi i migranti”, affermazione, questa, confermata per esperienza diretta dallo stesso Ablay.
Leggibile dal finale inatteso…
“Ritrovarsi fratelli”, opera breve e dalla lettura scorrevole, trae le mosse dal vero salvataggio – da parte delle Volanti – di un naufrago somalo sul litorale di San Cataldo (Lecce) in una fredda giornata dicembrina di 18 anni fa. Da quell’incontro casuale tra Tondo e il migrante nacque molto più che una solida amicizia, con risvolti inattesi che solo leggendo e ricomponendo i tasselli della trama si arriverà a scoprire…