Dopo quasi due mesi ai domiciliari, ieri l’ex sindaco di Erchie Pasquale Nicolì – 70 anni – è tornato libero. Nicolì fu arrestato lo scorso 9 gennaio dai carabinieri, che eseguirono un’ordinanza di misure cautelari, emessa dalla gip del Tribunale di Brindisi Stefania De Angelis su richiesta dei pubblici ministeri Antonio Negro, Giovanni Marino e Pierpaolo Montinaro.
I provvedimenti cautelari interessarono anche due altri componenti della Giunta (Vito Oronzo Bernardi, ai domiciliari e Pamela Melechì, divieto di dimora) e l’ex responsabile dell’Ufficio tecnico comunale Ciro Ciriaco Pasquale (divieto di dimora). Indagati anche l’ex vicesindaco Giuseppe Polito e l’altra assessora Lina Ferrara.
Le accuse mosse dalla Procura sono, a vario titolo, concussione (anche tentata), abuso d’ufficio, falsità ideologica, induzione a dare o promettere utilità, atti persecutori (a pubblico ufficiale), violenza sessuale (a incaricata di pubblico servizio e con abuso di posizione).
Nicolì respinse ogni addebito dinanzi alla gip e poi chiese, per il tramite del suo legale Egidio Albanese, di essere liberato dal Riesame, ma nulla da fare. La revoca della misura cautelare giunge dopo le sue dimissioni ormai divenute irrevocabili. La guida del Comune, infatti, è stata assunta dal commissario prefettizio Antonio Giaccari, nominato due settimane fa dalla prefetta Michela Savina La Iacona.
È ancora ai domiciliari invece l’ex assessore Vito Oronzo Bernardi, 81 anni, anch’egli dimissionario da assessore prima e poi anche da consigliere comunale. Bernardi è indagato anche per una presunta violenza sessuale ai danni di una volontaria del servizio civile. Il suo avvocato Cosimo Pagliara ha depositato istanza di scarcerazione nella giornata dell’altro ieri.