Lunghi interrogatori questa mattina e fino al pomeriggio per il sindaco di Erchie Pasquale Nicolì e per i suoi assessori Vito Oronzo Bernardi e Pamela Melechì. Hanno risposto alle domande della gip del Tribunale di Brindisi e, difesi dai legali Egidio Albanese, Francesco De Rinaldis e Cosimo Lodeserto, respinto punto su punto le accuse mosse nei loro confronti dal procuratore aggiunto Antonio Negro e dai sostituti Pierpaolo Montinaro e Giovanni Marino.
Non ci sono al momento modifiche delle misure cui sono stati sottoposti nei giorni scorsi (domiciliari per Nicolì e Bernardi, divieto di dimora per Melechì e per l’ex responsabile dell’Ufficio tecnico Ciriaco Ciro Pasquale). Nel frattempo, Bernardi si è dimesso da assessore – come gli altri due era stato sospeso ex legge Severino dalla prefetta di Brindisi Michela Savina La Iacona – e al suo posto il sindaco facente funzioni Giuseppe Polito ha nominato Marco Argese.
Nicolì e Melechì non si sono mossi in tal senso, ma ci starebbero riflettendo su. Intanto, per tutti si prospetta il ricorso avverso le misure dinanzi al Tribunale del Riesame. Nicolì, come detto dal suo avvocato Albanese all’uscita dal Tribunale, si è professato innocente dicendo di aver provato a cambiare modalità operative e mentalità fortemente radicate nei dipendenti comunali, ma di non esserci riuscito.
Il sindaco ha cercato di chiarire la situazione, che l’avvocato definisce più di natura amministrativa che penale. Secondo il legale, alla luce di quanto dichiarato, la misura cautelare non ha più ragion d’essere e – giusto il tempo di redigere una memoria difensiva – dunque ne sarà chiesta la revoca al Riesame.
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