Investì e ferì un carabiniere: condannato in Italia, affidato ai Servizi sociali in Belgio. Oggi è decisamente una persona migliore

Dopo un colpo di testa ormai risalente a diversi anni fa e per il quale era stato condannato, potrà essere affidato al Servizio sociale nel Paese in cui si è trasferito da tempo – il Belgio – dove nel frattempo ha messo su famiglia, ha acquistato una casa e lavora come autotrasportatore. Il colpo di testa fu una resistenza a pubblico ufficiale: il 43enne S.L., di Fasano, nel 2014 forzò un posto di blocco dei carabinieri e trascinò con l’auto uno dei militari, che rimediò anche la frattura di un femore. L’uomo fu quindi arrestato, processato e condannato alla reclusione per resistenza a pubblico ufficiale e lesioni, sentenza confermata fino in Cassazione.

La sua condanna è divenuta definitiva nel 2019 e la giustizia gli ha da poco presentato il conto: avrebbe dovuto scontare in Italia il residuo di quella pena (un anno e nove mesi). Il suo avvocato Raffaele Pesce del Foro di Brindisi ha però chiesto e ottenuto dal Tribunale di Sorveglianza di Lecce la misura alternativa dell’affidamento al Servizio sociale in considerazione del certificato penale pulito – a parte quel colpo di testa di ormai nove anni fa – e dal mutamento dello stile di vita del suo assistito, che oggi è soltanto un onesto lavoratore, oltre che un padre di famiglia.

L’avvocato Raffaele Pesce

L’unico ostacolo era rappresentato dalla sua residenza all’estero, sebbene entro i confini dell’Unione Europea. Un ostacolo superato sulla scorta di una normativa piuttosto recente – difatti vi è ancora poca giurisprudenza in materia – che consente alla persona condannata di scontare pene alternative alla detenzione proprio entro i confini comunitari. Il Collegio di sorveglianza ha tenuto conto della nuova situazione e l’inesistenza di carichi pendenti. Il 43enne, insomma, ha messo la testa a posto e il suo processo di rieducazione può continuare tranquillamente in Belgio. Qui, peraltro, l’autotrasportatore è già impegnato in opere socialmente meritorie quali raccolta e distribuzione di cibo ai bisognosi. Insomma, tutta un’altra persona rispetto ai tempi di quella “bravata” da cui però si è di fatto dissociato e ha persino finito per imparare.

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