Addio al preside e provveditore Capobianco, storico punto di riferimento per studenti e colleghi

di Eliseo Zanzarelli

La comunità francavillese, ma non solo essa, dice addio al preside Francesco Capobianco. Lo storico dirigente scolastico è spirato nella notte tra il 12 e il 13 settembre 2023, all’età di 77 anni. Nei giorni scorsi è stato colto da un malore improvviso, sommatosi agli acciacchi di cui già soffriva, che ha finito per sopraffarlo. Capobianco non era un preside qualsiasi, semplicemente era il Preside.

Laurea in Lettere classiche e una lunga carriera sul campo – docente alle medie “Bilotta”, poi allo scientifico “Ribezzo”, poi preside incaricato allo scientifico e classico “Pepe – Calamo”, poi preside e dirigente scolastico di ruolo al “suo” classico Lilla di Francavilla Fontana, infine dirigente scolastico provinciale (ex provveditore) per Brindisi e Taranto – fosse stato per lui, sarebbe rimasto ufficialmente nella scuola. quell’habitat naturale che si era scelto e da cui era stato scelto. Già, ci sarebbe rimasto ufficialmente. Perché, in realtà, Capobianco – pur raggiunti i limiti di età e di servizio – dové andare in pensione, ma non si è staccato del tutto, fino agli ultimi giorni in Terra, dal mondo scolastico e culturale.

Col cuore che l’ha sempre contraddistinto, ma con la fermezza che altrettanto lo caratterizzava, ha “sfornato” a suo modo migliaia di studentesse e studenti, gran parte dei quali hanno continuato a volergli bene, a sentirlo e a farsi consigliare anche dopo aver concluso il ciclo scolastico. Si fregiava spesso di aver assistito e contribuito a quelle che, a suo dire, sono state le migliori stagioni del liceo classico della Città degli Imperiali e lo faceva indicando i risultati raggiunti successivamente, nella vita, da Tizio, Caio e Sempronio: ricordava a memoria i nomi e le “gesta” di tutti coloro che erano transitati a scuola quando vi era lui. Ogni tanto si commuoveva rivangando in quel passato che gli mancava, eccome.

Uomo di grande cultura, sempre coltivata eppure mai ostentata, è stato punto di riferimento per numerosi colleghi, sebbene per via di un carattere molto deciso e costruttivamente severo non sia mancato qualche screzio – talvolta superato – lungo il suo longevo percorso.

La scuola perde, insomma, una figura molto significativa, un protagonista dell’ultimo quarto del secolo scorso e del primo quarto degli anni 2000.

Piccola, inusuale nota personale a margine: da suo ex studente che l’ha molto rivalutato nel tempo – 28 anni di conoscenza – chi scrive avrebbe dovuto incontrarlo in quest’ultimo periodo ma tra un impegno reciproco e l’altro, una causa di forza maggiore e l’altra, non è stato possibile. Un grande rimpianto, ma non avrebbe potuto essere altrimenti dinanzi alla scomparsa di un grande mentore prim’ancora che di un grande preside, capace come pochi d’impiegare alla bisogna bastone e carota; fermezza e comprensione. “Ormai puoi chiamarmi Francesco”, diceva. E allora, addio, France’. O capitano! Mio capitano (cit.)

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