Questa la posizione del sindaco di Francavilla Fontana a proposito della crisi che sta vivendo anche l’ospedale “Dario Camberlingo”:
“È singolare che a persone che si trovano improvvisamente senza un posto letto in Ospedale si parli di partiti e coalizioni.
Teniamolo a mente, io per primo: chi fa politica deve proporre soluzioni ai problemi, non fare comizi a favore di telecamera.
Poichè la pratica di sospendere le attività non può diventare una routine nè estendersi all’infinito, per la sanità pubblica nel brindisino c’è almeno una soluzione, da anni invocata e anche annunciata, e che senza alcun dubbio è ora di realizzare: il potenziamento del Camberlingo di Francavilla Fontana.
Provo a dire con chiarezza alcune cose.
Nel periodo dal 1 gennaio 2023 fino a ieri questa struttura ha fatto registrare circa 9000 accessi diretti, con oltre il 30% di prestazioni offerte a cittadini provenienti dalla provincia di Taranto.
In altre parole il depotenziamento del Camberlingo si tradurrebbe in un disastro sociale per la comunità di un’intera area geografica: per farsi un’idea consapevole basta guardare l’immagine che allego, con il territorio servito nel periodo 2020-2022.
Quanto al Reparto di Chirurgia generale – che nei giorni scorsi è stato interessato da un provvedimento di sospensione dei ricoveri programmati -, qui dall’inizio dell’anno sono stati eseguiti 450 interventi in totale di cui 150 in urgenza, cui si aggiunge tutta l’ampia offerta della chirurgia ambulatoriale e degli ambulatori specialistici che pure attirano una vasta utenza.
La proiezione per la fine dell’anno è di oltre 900 interventi: sono i numeri di un Reparto che ha assunto evidentemente un ruolo strategico ed erogato un servizio di qualità per tutta l’ASL di Brindisi, cui non può essere sottratto personale senza correre il rischio di provocare conseguenze come la sospensione della guardia attiva e la crescita esponenziale delle liste d’attesa.
Al contrario occorrerebbe adoperarsi per garantire l’utilizzo dei macchinari per l’endoscopia – in carico a Chirurgia generale -, molto costosi e tecnologicamente molto avanzati. E avviare la Rianimazione, che è pronta da tempo. E naturalmente rimediare alla chiusura temporanea di Ginecologia e Ostetricia.
Un’ultima osservazione: sui social imperversa una retorica secondo la quale i sindaci sono in qualche modo responsabili di questo stato delle cose. Non sono d’accordo.
Non sono i sindaci ad avere disarmato la sanità pubblica, ad avere sottovalutato il pericolo. Non sono i sindaci che avrebbero dovuto pensarci prima, nè avevano alcun potere per agire preventivamente.
Non è tempo di polemiche, ma neppure per portare il cervello all’ammasso”.