Giovanni e sua moglie Elena scommettono ancora su Francavilla Fontana e lo fanno con una nuova gelateria inaugurata proprio ieri nel “salotto” buono e chiuso al traffico di via Roma. Un altro golosissimo punto degustazione si affianca agli altri due già esistenti: quello storico di piazza Umberto I e quello più recente di via Capitano di Castri. Senza dimenticare Campomarino di Maruggio, riaperto da poco dopo la tradizionale pausa invernale, e Cisternino.
Le parole d’ordine restano sempre le stesse: qualità, genuinità e bontà accompagnate dal giusto prezzo e cioè senza speculazioni. Una formula vincente, a giudicare da ciò che negli anni è diventato un marchio nato quasi per gioco: erano i primi anni 2000 e Giovanni, figlio d’arte, dopo aver terminato la scuola, intendeva creare qualcosa di tutto suo.
Tanti sogni e ancor più sacrifici perché, si sa, gli inizi non sono mai facili. Nacque così quel nome diventato un marchio più che conosciuto. Quattro lettere: Giba, che sta per Giovanni Bar anche se all’apparenza ha quel tocco di esotico che non guasta affatto. In realtà, a quei tempi, “Gibbone” – questo il soprannome del titolare – un pomeriggio d’estate era con amici a guardare una partita di pallavolo in tivù e c’era un fortissimo giocatore brasiliano, Gilberto De Godoy detto appunto Giba, che con le sue schiacciate impressionanti contribuì in qualche modo alla nascita di un brand ormai divenuto iconico. Le origini di quello che sarebbe ben presto divenuto un mito locale e simbolo stesso della “movida” francavillese sono proprio queste, semplicissime.
La nascita del Giba 1 sotto gli allora malandati portici “suppenne” di piazza Umberto I cambiò, di fatto, le abitudini dei giovani francavillesi (e non solo) che da viale Lilla cominciando a prediligere la principale agorà della Città degli Imperiali. Storia passata, storia recente. Il Giba 6 è da ieri realtà. La storia si ripete.
