“Il suo pianto mi ha salvata”, in un docufilm per la Festa delle Donne una storia di violenza subita e di riscatto conquistato per amore della figlia

L’attore e regista di Oria Antonio Patisso propone in occasione dell’8 marzo, come ogni anno da qualche anno a questa parte, una sua idea in video per ribadire un concetto semplice eppure spesso trascurato: sulle donne non si usa mai e poi mai violenza e anzi le donne si rispettano nella piena parità di genere. Il docufilm – non un cortometraggio – del 2023 s’intitola “Il suo pianto mi ha salvata”. Lo spunto è partito dal racconto di una storia realmente accaduta (i nomi sono ovviamente di fantasia):

Marina, una giovane donna di Taranto, incontra mentre è nella sua panetteria un uomo che le stravolge la vita. Lui si chiama Paolo, si presenta con aspetto curato, ben vestito con atteggiamento affascinante. Marina ha già una figlia, Vittoria, avuta da una precedente relazione. I due iniziano a frequentarsi e, lavorano insieme. La loro storia d’amore si fortifica tanto che Marina e Paolo hanno il desiderio di costruire una famiglia e così scelgono di vivere sotto lo stesso tetto. Ma subito dopo la convivenza Paolo inizia a rivelare la sua vera identità. Ed è così che i due conviventi fin da subito hanno accese discussioni, seguite da violenze ai danni di Marina.


Nonostante la  burrascosa storia, la loro famiglia aumenta. Nel corso degli anni  nascono due altri bambini, in un ambiente poco confortevole circoscritto da continue angherie e malesseri. Marina chiede aiuto ai suoi famigliari e alle autorità denunciando Paolo. Tutto questo non basta a salvarla dalle grinfie del compagno.

La sua forza inizia a svanire e, tormentata da Paolo, tenta un gesto estremo davanti agli occhi innocenti della sua piccola bambina Luce. Preferisce morire, lasciare da soli al mondo i suoi bambini, anziché continuare a provare sofferenze e torture.

Ma un  forte pianto di Luce fa sì che Marina si blocchi e non si butti giù dal terzo piano.

Tutto prende senso, la sua bambina quel giorno le dà il coraggio e la  forza di continuare a lottare.

Dopo questo buio, inizia a guardare il mondo con occhi diversi: Paolo, dopo alcuni anni, ha ricevuto la pena che merita.

Marina  pian piano inizia a dare nuova forma alla sua vita: lontana da casa, con i suoi figli è riuscita a riemergere dal baratro lontano da tutti ma circondata da persone che le vogliono realmente bene.

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