Suo figlio purtroppo ha dei problemi di salute ed è una persona disabile, con tutto ciò che il caso comporta. E.P., 41 anni, di Oria, ha protocollato in Comune una semplice richiesta per ottenere quantomeno uno stallo riservato nei pressi di casa. Un suo diritto o, meglio, un diritto del suo piccolo. Ha scaricato il modello per l’istanza e l’ha compilato, poi l’ha consegnato al Protocollo. Era il 28 settembre 2022.
Dopo un po’ di tempo, questo papà già alle prese coi problemi che una disabilità in famiglia comporta, è stato chiamato dagli uffici comunali e si è sentito dire che quella richiesta doveva essere fatta non a nome suo, ma del disabile che peraltro è minorenne. E, allora, anche se erano già trascorsi due mesi dalla sua domanda, ha ricompilato la scheda e l’ha nuovamente protocollata. Era il 9 novembre 2022. Oggi, ancora nulla. Neanche una semplice risposta per dirgli: ne hai diritto oppure non ne hai diritto. Nulla di nulla dopo tre mesi e passa.
“Io mi sono informato – dice – e so che mio figlio ha diritto a quel posto disabili, che ci agevolerebbe non poco nel compito di uscire e rientrare a casa. Solo che tra burocrazia e ritardi noi siamo disposti ad arrangiarci come possiamo e posso assicurarvi che non si può capire quanto sia difficoltoso, perché per comprendere queste situazioni bisogna viverle altrimenti sembrano fesserie”.
“So che altri Comuni – prosegue il 41enne – disbrigano queste pratiche entro 30 giorni perché le ritengono urgenti, com’è giusto che sia. Non funziona così a Oria e siccome mi sono stancato, sono disposto a interessare del caso i carabinieri e la Procura. Si parla tanto di amministrazione al servizio del cittadino e poi per una cosa così semplice non si riesce a essere rapidi. Io so che se mi scadono le tasse comunali e non le ho pagate, mi scatta la sanzione, poi però c’è chi ci mette così tanto tempo ad autorizzare un posto riservato a persone più sfortunate…”
