Senza paga da 16 mesi all’Istituto Scazzeri, la protesta delle lavoratrici: «Dateci subito i nostri soldi» – VIDEO

Ve lo immaginate come sarebbe lavorare e non essere pagati? Loro lo sanno, a proprie spese e fin troppo bene, com’è. Non come sarebbe, com’è.

sit in scazzeri latiano 4Loro sono le dipendenti dell’Istituto Caterina Scazzeri di Latiano, dal settembre 2011 azienda speciale che si occupa di assistenza agli anziani sotto l’egida del Comune, e non vedono il becco di un quattrino chi da nove, chi da 16 mesi. Avete presente quanti sono 16 mesi? Quasi un anno e mezzo, un’eternità. Chi ci ha lavorato per soli tre mesi, ancora aspetta quei tre mesi. Chi ci lavora da una vita, è una vita che aspetta. Mica chissà che cosa, cose normali. Se è ancora normale che quando lavori, a fine mese tu sia retribuito.

Le dieci tra operatrici socio-sanitarie, infermiere e ausiliarie però continuano a faticare indefessamente e con la passione del primo giorno, mentre i familiari dei 17 anziani ricoverati pagano regolarmente le rette dovute che si aggirano oltre i mille euro ogni 31 giorni.

sit in scazzeri latiano«Che fine fanno i nostri soldi?», si chiede giustamente la figlia di uno dei pazienti. «Mio padre sta allo Scazzeri perché a casa sua non può stare, altrimenti me lo terrei volentieri a casa», continua.

Aldo Gemma, segretario provinciale Cisl Brindisi, intervenuto al sit-in organizzato questa mattina – 18 dicembre 2014 – proprio davanti all’istituto, lungo la via per Oria, dice: «L’Asl ha da poco liquidato 180mila euro per questo servizio, quindi ci aspettiamo che il Comune provveda a pagare questi lavoratori quanto prima e si faccia carico di dare loro anche garanzie per il futuro».

Garanzie che, guarda caso, latitano soprattutto da quando l’attuale amministrazione, guidata dal sindaco Antonio De Giorgi, ha nel 2011 trasformato in azienda speciale una struttura in precedenza gestita – anche qui non senza problemi – da una cooperativa sociale: la “Orizzonti” di Latiano.

IMG_0864_2Se all’inizio si era pensato che la partecipazione del Comune avrebbe migliorato la situazione, sono stati sufficienti pochi mesi per capire che non sarebbe stato così. Anzi.

Al di là dell’aspetto fondamentale rappresentato dalle paghe arretrate, ci sono anche altre questioni che non fanno dormine né lavorare in santa pace le dipendenti e i dipendenti dello “Scazzeri”: i turni massacranti.

«Capita a volte – assicura una delle operatrici socio-sanitarie – di dover fare tre turnazioni nella stessa giornata: sette ore al mattino, sette ore al pomeriggio e dieci ore di notte». Il totale fa 24 ore e non è per nulla normale né accettabile trascorrere l’intera lavorando. Per giunta, gratis. Lavorare per vivere, non vivere per lavorare.

I parenti degli anziani, da sempre al fianco dei lavoratori, lamentano poi l’assenza di quel personale qualificato – in particolare: medici e psicologi – promessi all’avvio di questa nuova fase dall’amministrazione comunale.

A mollare queste lavoratrici appassionate non ci pensano neppure, ma da oggi qualcosa è cambiato. La misura è colma. Non chiedono la luna, ma il rispetto dei propri diritti. Altrimenti si comporteranno di conseguenza.

E.Z.

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