di Eliseo Zanzarelli
Non si deve parlare soltanto delle criticità, che pure ci sono e sono anche tante. Se uno/a è intellettualmente onesto/a, riconosce che quest’anno Oria ha indossato per il periodo natalizio il suo abito migliore, quello che in fondo le compete. Si respira un’aria di fermento all’insegna dell’intrattenimento e, bisogna dire, a tratti della cultura. Il che non guasta.
Al di la dei presepi ormai tradizionali che adornano le vetrine dei negozi del centro storico – purtroppo dismessi – durante lo scorso weekend ma anche in settimana si è assistito a una serie di iniziative degne di nota. Al di là di Parco Montalbano, affastellato di lucine colorate, aperto tutti i giorni e che fa strabuzzare gli occhi a bimbi e adulti (unica pecca: l’assenza di spettacoli purchessia in quel caratteristico posto, molto apprezzato anche da chi proviene da fuori).
Al di là della pur bella parte scenografica, insomma.
Due iniziative su tutte, ma solo a titolo di esempio: domenica scorsa è stato possibile godersi sia Channukkah – festa ebraica delle luci – tra piazza Donnolo e Palazzo Martini, sia lo street food organizzato in piazza Lorch (anche il sabato precedente) dalla Pro Loco. Due cose diverse, ma molto apprezzate da gente dai gusti evidentemente diversi. E poi anche gli esercizi pubblici – bar, ristoranti, osterie, bistrot – hanno lavorato non poco e organizzato iniziative a latere come happy hour, dj set e insomma ogni idea che potesse (e potrà) attrarre pubblico, persino a prezzi che non temono concorrenza.
Si respira probabilmente, dopo due anni di affanni pandemici, un clima di festa e di lavoro al tempo stesso per coloro i quali continuano a resistere in una terra sotto certi aspetti storicamente persino ostile. Ciò, malgrado le famiglie siano costrette a stringere la cinghia, considerati rincari generalizzati e congiuntura economica complessiva davvero durissimi.
Sarà forse solamente un’illusione ottica un intermezzo ad hoc che durerà giusto il tempo delle festività natalizie e d’inizio anno nuovo, ma una cosa è certa: vale la pena goderselo, per chi voglia e possa.