Non si conoscono ancora, almeno pubblicamente, l’assassino del 19enne Paolo Stasi e il movente che l’ha indotto a freddarlo con due colpi di pistola sotto casa sua intorno alle 18 dello scorso 9 novembre, quasi due settimane fa. Nei giorni scorsi i carabinieri, più presenti h24 sul territorio, come disposto dalla prefetta di Carolina Bellantoni, hanno arrestato un uomo di 54 anni: è stato trovato in possesso di un’arma a tamburo calibro 32 e di droga, ovviamente sequestrate. La pistola sarebbe compatibile col delitto ed è stata già sottoposta alle analisi del Reparto investigazioni scientifiche (Ris) di Roma dei carabinieri.
È soltanto un’ipotesi o solo una congettura, ma chissà se quell’uomo finito in manette fosse in qualche modo in contatto con Paolo e se quell’arma sia stata effettivamente impiegata per togliergli la vita. Saranno gli ulteriori sviluppi delle indagini a stabilirlo e magari a dare una risposta a un delitto a tutt’oggi irrisolto. Ieri, intanto, dopo l’autopsia di sabato scorso, sono stati celebrati in basilica da monsignor Alfonso Bentivoglio i funerali di Paolo: una folla commossa e composta ha voluto tributargli l’ultimo saluto.
Il feretro è stato poi condotto al cimitero a bordo di un carro funebre dell’agenzia “La Fiducia” del Gruppo Sardiello.