“Io, aggredito dal branco mentre tornavo a casa e davanti agli occhi di mia madre”. Il tutto per un semplice rimprovero in spogliatoio

Sono già stati identificati gli aggressori del 35enne Arcangelo di Coste, che l’altro ieri sera, intorno alle 20, è stato circondato e colpito dal branco tra via Mascagni e via Zandonai al quartiere Musicisti di Francavilla Fontana. Si tratta di almeno cinque persone di giovanissima età che, stando al racconto e alla denuncia-querela presentata dalla vittima, sarebbero improvvisamente sbucati da dietro un furgoncino per tendere quella che è stata definita un’imboscata, una sorta di agguato. Tra loro, anche un minorenne, sebbene le indagini dei carabinieri, cui si è rivolto di Coste per il tramite del suo legale Domenico Attanasi del Foro di Brindisi – Studio Open Avvocati, siano tuttora in corso. 

Il quintetto avrebbe colto alla sprovvista il 35enne per vendicare un presunto torto subito da uno di loro. La denuncia-querela è stata formalizzata sia da Arcangelo che da suo fratello presso il Comando stazione dei carabinieri, nelle mani del luogotenente Salvatore Grasso. I due, secondo quanto stabilito dai medici, se la caveranno rispettivamente in 30 e cinque giorni. Questa la prognosi.

L’avvocato Attanasi

Come sarebbe nata l’idea della spedizione punitiva? “Io gioco a calcio nel Ceglie, prima squadra, categoria Promozione. L’altra sera si era fatto tardi e dopo la sessione di allenamento in prima squadra abbiamo trovato diversi ragazzi delle juniores a gigioneggiare nei nostri spogliatoi mentre noi grandi avevamo necessità di fare una doccia per non raffreddarci. Io ho invitato uno di loro a sbrigarsi e l’ho rimproverato per la strafottenza che stavo notando. Ci siamo scambiati qualche parola e pensavo che sarebbe finita là, cose di spogliatoio. Chiunque abbia praticato uno sport qualsiasi sa come funzionano queste cose…”. 

“Il ragazzo che avevo rimproverato – prosegue – non l’ha presa bene e devo dire che, essendo un concittadino, avevo avuto modo di conoscerlo e persino di dargli in qualche occasione un passaggio di ritorno a Francavilla Fontana. Mi ha detto: tu non sai chi sono io, poi ci vediamo a Francavilla, ma ho pensato fosse una di quelle frasi così per dire, detta da un 20enne in preda ai suoi deliri da giovane. La questione sembrava finita quando ci hanno calmato i rispettivi compagni di squadra, poi sono tornato a Francavilla e mi hanno aggredito in gruppo proprio davanti casa. Sono stato colto alla sprovvista, non me l’aspettavo e mai avrei pensato che per una semplice richiesta di essere più educati nei confronti di chi ha qualche anno in più si sarebbe potuto arrivare a un delirio del genere: ho cercato di difendermi, ma erano troppi. Mi dispiace che ci siano andati di mezzo anche i miei familiari”. 

“Io posso dire una cosa: sono un tipo tranquillo e in tanti anni in una metropoli (Roma, dove ha lavorato per dieci anni), dove giravo a piedi o mi spostavo coi mezzi pubblici, non mi era mai capitata una cosa del genere. Sono dovuto tornare a Francavilla per vivere quest’esperienza che non auguro a nessuno. Ora mi affido e ci affidiamo alla giustizia, perché non vogliamo che episodi simili possano accadere ad altre persone. È brutto da dire, lo so, ma qui ultimamente per diversi aspetti si sta degenerando”.

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