L’Antiracket con gli studenti, i parlamentari antimafia snobbano. Lo sfogo: «La criminalità è meglio organizzata di questo Stato»

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antiracket antimafia 3Due occasioni, avevano due occasioni per esserci, una all’Itis Giorgi di Brindisi, l’altra al teatro comunale di Torre Santa Susanna: nulla. Tutte e due le occasioni non per fare passerella o bella figura, ma semplicemente per fare il proprio dovere, le hanno bypassate volentieri. Eppure si parlava di antiracket e antimafia, due tematiche che a loro dovevano, devono essere particolarmente care. Non fosse altro che le persone di cui si parla fanno parte della Commissione parlamentare sullo studio dei fenomeni mafiosi e rispondono ai nomi dei senatori Salvatore Tomaselli e Vittorio Zizza. Il primo si è giustificato dicendo di aver preso in ritardo l’aereo da Roma, il secondo aveva detto sin da subito: «Se riesco, faccio un salto».

antiracket antimafia 1Non c’era neppure il presidente della Provincia e sindaco di Francavilla Fontana Maurizio Bruno, arrivato da Bari soltanto alle 20,30. Le iniziative dell’Associazione antiracket e antimafia, però, sono andate avanti lo stesso, presenti la Prefettura, con la dottoressa Maria Antonietta Olivieri e il commissario straordinario del Comune di Mesagne Rosalba Cotardo, il comandante della compagnia dei carabinieri di Francavilla, capitano Nicola Maggio, e il comandante della compagnia della guardia di finanza di Francavilla, tenente Marcello Putignano.

antiracket antimafiaC’erano soprattutto gli studenti, i docenti e la dirigente scolastica dell’Itis Giorgi Maria Lucia Sardelli, al mattino, e i cittadini a Torre a sera (moderatrice la direttrice di BrindisiOggi Lucia Portolano). Hanno assistito alla presentazione del libro “Testimoni di Giustizia” di Paolo De Chiara – storie vere di chi ha denunciato e in tanti casi si è sentito tradito da quello stesso Stato al quale si era affidato – e ascoltato le parole dell’autore, del presidente dell’associazione Paride Margheriti e dell’avvocato Pasquale Fistetti.

Nel corso della mattinata e poi anche più tardi si è parlato dello stato dell’arte dell’antiracket e dell’antimafia, uno stato critico con punte di confusione a causa delle quali si finisce per confondere la figura dei testimoni di giustizia (gente comune, onesta, che non si piega alle mafie) con quella dei collaboratori di giustizia o pentiti (gente che ha sbagliato e alle mafie è stata organica o contigua, ma poi si è pentita). Incredibile ma vero: spesso i secondi sono trattati, in termini di protezione e sostegno economico, meglio dei primi.

E poi ovviamente accade che nella circoscrizione di Brindisi, Taranto e Lecce risultino nell’ultimo anno soltanto tre denunce per usura nell’anno in corso: nulla in confronto a un fenomeno che le stesse forze dell’ordine definiscono in forte crescita, favorito dall’attuale periodo di crisi economica. Eppure esiste un fondo di prevenzione, dei quali in pochi conoscono l’esistenza, dedicato proprio agli imprenditori in difficoltà prima che essi decidano di rivolgersi agli strozzini.

La conoscenza delle possibilità e anche delle storture dell’attuale sistema – magari con i parlamentari presenti e attenti – può aiutare a crescere il territorio, a dare coraggio alle vittime, ad abbattere il muro dell’omertà e della rassegnazione.

Questo l’arduo compito che si è prefisso l’Associazione presieduta da Margheriti, che già da gennaio – dopo quella inaugurata a Torre ieri sera – aprirà presìdi anche a Brindisi, Oria, Erchie, San Pancrazio e Villa Castelli.

«Noi non molliamo – assicura il presidente – partiamo dalla tragedia per arrivare al cuore dei problemi e possibilmente alla soluzione degli stessi, rifuggendo le passerelle, invocando attenzione e collaborazione».

E.Z.

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