Potrebbe trattarsi di una svolta, ma il condizionale resta d’obbligo: quello che avrebbe dovuto essere il centro di carico intermodale per lo smistamento principalmente di frutta e verdura sembra finalmente interessare a qualcuno. Du aste andate deserte e poi, ora, a quanto pare una possibile svolta, con anche un importante gruppo imprenditoriale interessato alla locazione.
Si tratta dell’unica offerta giunta in Comune: Stamplast Spa, con sede legale in piazzale Marcellino Champagnat, a Roma e sede logistica a Francavilla Fontana lungo la strada provinciale per Ostuni. Da qui l’iter del bando di prossima pubblicazione.
Il Gruppo Stamplast nasce nel 1995 con una sede logistica a Francavilla Fontana ed oggi dispone di ben 7 stabilimenti in tutta Italia grazie ai quali, con 50.000 metri quadri di superficie coperta e 100.000 scoperta, completa il processo produttivo di accessori per l’edilizia.
L’esperienza del Gruppo Stamplast è in grado di ideare e realizzazione dei prodotti in metallo, dalla lavorazione del coil, alla tranciatura fino alla profilatura. Il ciclo di produzione si chiude con la personalizzazione ed il confezionamento. La società, grazie alla logistica avanzata e alla flotta di 15 TIR, è in grado di far giungere i prodotti a tutti i più grandi distributori del mercato nazionale. Il gruppo è leader del mercato internazionale ed esporta in 35 paesi in tutto il mondo. Queste le altre sedi operative del gruppo: Bassano del Grappa, Rieti, Copertino, Melissano, Alliste.
Il centro di carico intermodale e di servizi commerciali e reali si estende su una superficie di 12 ettari con un piazzale esterno per la sosta degli automezzi di 400 metri quadri. La struttura si sviluppa in 5 capannoni di circa 2.000 metri quadri e un edificio per uffici di 3000 metri quadri.
L’area è servita da un impianto di videosorveglianza ad alta risoluzione con un sistema di lettura e riconoscimento delle targhe dei veicoli collegato direttamente con la centrale operativa della Polizia di Stato di Napoli.
Si è partiti da una base di 180mila euro, soldi che potrebbero entrare annualmente nelle casse comunali al netto di detrazioni per la riconversione e il ripristino degli immobili.
Al locatore spetterà di realizzare “con spese a proprio carico, le opere volte al recupero funzionale e all’agibilità della struttura”. L’importo di tali lavori sarà comunque scomputato dal canone di locazione. Nel 2011 e nel 2012 l’ufficio Tecnico dovette murare gli ingressi dei vari capannoni per impedirne gli accessi, ripetutamente violati.
Dallo sperpero di denaro pubblico a un’auspicata rinascita. Negli anni e in ogni campagna elettorale si è parlato dell’interporto ma non se n’è finora per davvero mai fatto alcunché. Quella struttura costò alla collettività 12 miliardi delle vecchie lire, in parte restituiti proprio a causa dell’incapacità di sfruttarla a dovere. Tanti i tentativi di riparare alle obiettive inefficienze susseguitesi nel tempo, ma senza alcun risultato.
Chissà se questa sarà realmente la volta buona e chissà se dopo 25 anni abbondanti l’intermodale potrà sparire dai buoni propositi della campagna elettorale comunale del 2023…