Di seguito una nota da parte dell’ex senatore Euprepio Curto:
Negli ultimi giorni l’attenzione di chi scrive è stata attratta da tre vicende aventi tutte come comune denominatore la situazione di gravissimo disagio vissuta da lavoratori e lavoratrici. Ancor più precisamente, i lavoratori Dema, i dipendenti di società cooperative operanti nell’ambito della emergenza-urgenza in odore di stabilizzazione, gli Oss di cui al discusso e discutibile concorso svoltosi presso gli Ospedali riuniti di Foggia.
La prima. Ancora una volta gli Organi di informazione hanno dovuto dare notizia dello stato di agitazione dei lavoratori Dema, nella circostanza a causa del ritardo nell’accredito degli emolumenti relativi al trascorso mese di maggio.
Ebbene, tale notizia non sorprende affatto in quanto è ormai da tempo immemorabile che tale società aeronautica annaspa nelle non fluide acque dell’aerospazio nostrano.
E’ vero che in crisi è l’intero settore aeronautico nazionale, e quindi non solo quello pugliese. Pur tuttavia, della Dema sarebbe opportuno conoscere se negli ultimi anni abbia o meno utilizzato risorse pubbliche regionali, e, in tal caso, se tali risorse siano state utilizzate in Puglia o in Campania. E pertanto, quindi, non sarebbe un gran male se i più attenti inquilini di via Gentile si facessero promotori della istituzione di un’apposita Commissione d’indagine conoscitiva.
Seconda vicenda. La Regione Puglia si appresta a stabilizzare i dipendenti di società cooperative operanti nell’ambito del settore emergenza-urgenza, ovverosia il 118.
Senonché in qualche cooperativa sono in corso da tempo “grandi manovre” finalizzate a consentire, a danno degli effettivi aventi diritto, la stabilizzazione agli “ultimi venuti”, particolarmente accreditati per il sol fatto di essere parenti, amici e compari (e, magari, “comari”) di chi tali Cooperative gestisce.
Tutto ciò è francamente intollerabile sia in punto di merito, stante le palesi ingiustizie che conseguentemente vengono a realizzarsi. Ma è intollerabile anche nel metodo, in quanto la negazione dei diritti a che ne ha diritto (chiedo venia per la cacofonia) avviene in maniera arrogante, sprezzante e umiliante per chi tale negazione subisce.
Ne consegue che allorquando saranno state effettuate le stabilizzazioni, qualora i timori quivi rappresentati dovessero trovare conferma, non rivestendo al momento ruoli istituzionali tali da consentirmi altre iniziative, mi troverò costretto a seguire una unica via: Via Lanzellotti!
Terza e ultima vicenda. Steso un velo pietoso sulle modalità con cui ebbe a svolgersi il concorso per l’assunzione di Oss, bandito dagli Ospedali Riuniti di Foggia, e, soprattutto, su come il relativo bando fu sartorialmente redatto, si ha notizia di molti operatori sanitari brindisini – inseriti come non vincitori nella relativa graduatoria – chiamati a sottoscrivere contratti a tempo determinato con assegnazione proprio Foggia quale sede di attività.
Ebbene, tutto ciò è semplicemente mostruoso in quanto chi è chiamato in tale sede trovasi costretto, pena la rinuncia, a spostarsi di circa 300 chilometri dalla propria residenza, con costi economici addirittura superiori rispetto alle retribuzioni percepite, e ai disagi sopportati e fatti sopportare ai propri famigliari, soprattutto quando questi sono minori.
Ebbene, poiché si ha notizia che molti OSS dauni e del nord barese vivono la stessa difficoltà in quanto assegnati a sedi quali Brindisi o Taranto, mi permetto di sollecitare agli organismi competenti una più razionale distribuzione e collocazione dei lavoratori Oss facenti parte della richiamata graduatoria, cercando di far si che la chiamata al lavoro sia vissuta come gratificazione e non come, sia pure non voluta, brutale penalizzazione.
Una cortese segnalazione e sollecitazione ai diversi Direttori Generali, sulla cui sensibilità e attenzione contiamo molto, ben conoscendone le eccellenti qualità.