Se fosse stato ancora vivo, il signor L.D.G., di Oria, avrebbe avuto la veneranda età di 101 anni e i suoi parenti ne sarebbero stati felicissimi. Il signor L.D.G., però, è scomparso da ben 34 anni. Agenzia delle Entrate e Sogei, però, evidentemente non ne erano a conoscenza – chissà come mai – e quindi hanno recapitato presso quella che fu la sua abitazione la nuova tessera sanitaria con tanto di lettera prestampata di cortesia e annesse istruzioni.
Una lettera che, per ovvie ragioni, il signore in questione, che combatté durante la seconda guerra mondiale e partecipò alla campagna di Russia nel terzo Reggimento Cavalleggeri “Savoia”, non leggerà mai. Non perché non sapesse leggere, ma perché proprio non può più farlo.
Di quella lettera hanno però preso visione i suoi familiari ancora in vita e sicuramente si saranno fatti alcune domande.
Domande che si prova a porci anche noi: come mai quella consegna della tessera sanitaria dopo una morte, regolarmente registrata, avvenuta 34 anni addietro? Quanto sarà costata quella tessera magnetica e chi ha pagato questo spreco? (domanda retorica: ovviamente i contribuenti, familiari del defunto compreso). Quanti di questi sprechi e discrasie esistono nell’apparato pubblico nazionale, sempre puntuale nel reclamare i crediti che teoricamente gli spettano?
Quesiti ai quali è difficile o persino troppo semplice dare una risposta. Sta di fatto che il signor L. non c’è più e, buon per lui, non paga più le tasse. Chi le reclama, anche per pagare le nuove tessere sanitarie, invece, dovrebbe stare decisamente più attento… Non per niente, solo perché è un peccato e questa storia odora fortemente di spreco di soldi pubblici…