Vuoi il permesso di soggiorno? Allora paga. Falsi contratti di lavoro e altro: 16 indagati, 10 arresti

Vuoi il permesso di soggiorno? Allora paga. Sedici indagati e dieci arresti in un’inchiesta della Procura della Repubblica di Bari, delegata alla guardia di finanza della Tenenza di Mola di Bari, che ha condotto anche al sequestro di somme per circa un milione di euro tra beni immobili e mobili. Le ipotesi di reato: favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, truffa allo Stato e circonvenzione d’incapaci.

Tra i coinvolti anche un imprenditore di Mola di Bari ma domiciliato a Torre Canne di Fasano, oltre a un commercialista e otto altri imprenditori alla guida di imprese che operano principalmente nel settore edile.

Essi, grazie a rapporti di lavoro fittizi mediante assunzione telematica Unilav, avrebbero consentito a numerosi cittadini extracomunitari – 453 soggetti di etnia indiana, cingalese, bengalese, pachistana e altre – di ottenere illecitamente, nel lasso temporale dal 2013 al 2019, il rilascio e/o il rinnovo del permesso di soggiorno per motivi lavorativi.

Le somme pagate dai soggiornanti in cambio della documentazione sarebbero oscillati fra i mille e i seimila euro. Dal “trucchetto” sarebbe derivato un profitto illecito di 762mila euro.

Alcuni delle persone intestatarie dei falsi contratti lavorativi sono riuscite tra l’altro ad ottenere indebitamente dall’Inps l’erogazione dell’indennità di disoccupazione e di malattia (i cui importi sono stati opportunamente ricostruiti grazie alla collaborazione dello stesso ente), nonché, in altri casi, per la percezione di rimborsi Irpef comunque non spettanti, per un danno alle casse dello Stato di complessivi 281.579,82 euro.

Inoltre, durante l’attività d’indagine sono acquisiti elementi probatori pertinenti alla sottrazione di beni mobili ed immobili ad un soggetto non in grado di intendere e di volere per 267.232,22 euro. Agli indagati viene contestato il concorso a vario titolo di molteplici reati, tra i quali il favoreggiamento dell’immigrazione clandestina (articoli. 2 e 12 del Dlgs 286/98), l’associazione a delinquere finalizzata alla truffa aggravata ai danni dello Stato (articoli 416 e 640 codice penale) e, per tre di essi, il delitto di circonvenzione di persone incapaci (articolo 643 codice penale).

I provvedimenti cautelari sono intervenuti in esito ad un’articolata attività investigativa, condotta dalla tenenza di Mola di Bari sotto l’egida dell’ufficio del pubblico ministero, che ha permesso di accertare allo Stato (fatta salva la valutazione nelle fasi successive con il contributo della difesa) le diverse tipologie di delitti commessi dal sodalizio criminale grazie a numerosissime e sofisticate tecniche d’intercettazione supportate dall’analisi della documentazione amministrativa acquisita nel tempo, consentendo di poter stimare l’illecito profitto conseguito complessivamente conseguito dagli indagati in oltre un milione di euro.

L’azione dei finanzieri testimonia il continuo impegno del corpo nella lotta all’indebito accesso alle prestazioni assistenziali e alle misure di sostegno al reddito, a garanzia dell’effettivo sostegno alle fasce più deboli della popolazione, particolarmente danneggiate dalla crisi economica e sociale conseguente all’emergenza pandemica.

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