Il gup del Tribunale di Brindisi, Maurizio Saso, ha stroncato l’indagine sul cosiddetto “Sistema Marina”, che ha portato alla sbarra 24 persone, indagate per peculato e altri reati relativi a forniture militari.
Ieri il gup ha prosciolto, con diverse formule (procedurali o di merito), sia gli imputati che avevano richiesto il giudizio abbreviato, sia quelli che invece avevano scelto il rito ordinario. Anche per questi ultimi, il gup ha ritenuto non necessario il dibattimento.
Già nel 2020, nell’ambito di uno stralcio, richiesto da uno degli imputati, altro giudice di Brindisi aveva assolto da tutte le accuse il capitano di corvetta Sandro Desideri, assoluzione confermata anche a seguito dell’appello del pm Raffaele Casto.
L’Avv. Michele Vaira, difensore di uno degli imputati, e che in passato aveva già difeso il capitano Desideri nell’abbreviato “pilota”, ha dichiarato quanto segue:
«Questa sentenza, ineccepibile e perfettamente in linea con le due precedenti pronunce giudiziarie sul medesimo tema, rende definitiva giustizia su un accanimento investigativo tanto insistente quanto infondato. Si può affermare, senza tema di smentita, che buona parte dei militari, tra cui i miei assistiti, erano totalmente estranei a qualunque forma di illecito, anche solo di natura disciplinare, che sono stati eventualmente commessi da terzi a loro insaputa e -anzi – addirittura tramite inganni. La formula assolutoria è la più ampia che prevede il nostro codice, perché basata sull’evidenza della loro innocenza (diversamente il gup avrebbe dovuto dichiarare la prescrizione del reato). L’approfondimento giudiziario ha addirittura fatto emergere una certa virtuosità negli approvvigionamenti, che spesso avevano, grazie alla competenza dei militari di estrazione “tecnica”, costi di gran lunga inferiore ai budget assegnati».