Non solo lecci nelle polemiche del periodo, anche se a ben guardare il punto di contatto non manca: da una parte le barriere architettoniche, dall’altra il traffico in centro.
Come noto, via Roma è temporaneamente chiusa al traffico causa i lavori di rifacimento di sistemazione del basolato. L’idea dell’Amministrazione Denuzzo, a lavori terminati, sarebbe però quella di pedonalizzarla per sempre. I commercianti, invece, non sono tanto d’accordo e si fondano sui loro profitti che – sostengono – scendono con le chiusure al traffico, dato che il francavillese medio, ma non solo il francavillese medio, preferirebbe parcheggiare a ridosso dei negozi e non a isolati di distanza.
Una contesa, quella tra Amministrazione di turno, commercianti e automobilisti, che si ripresenta puntualmente di anno in anno.
Sul punto si sono scontrati a distanza, nelle ultime ore, il consigliere comunale ed ex sindaco Maurizio Bruno e l’assessore in carica Sergio Tatarano, con quest’ultimo da ormai molti anni impegnato in battaglie tese a garantire una mobilità sostenibile (più aree pedonali e ciclabili) e inclusiva (meno barriere architettoniche).
Lo stesso ex senatore e consigliere comunale Euprepio Curto, di recente, ha detto la sua: non condivisibile, per lui, la prospettiva di tenere vita natural durante via Roma chiusa al traffico proprio per non penalizzare o far fuggire i commercianti.
Ma cosa si sono “detti” Bruno e Tatarano?
Bruno, intanto, si dichiara possibilista rispetto alla pedonalizzazione di via Roma. Non a caso, esso rappresentò uno dei punti (inevasi) del suo programma amministrativo nel 2014. L’ex primo cittadino lamenta però anche una presunta mancata apertura a cittadini e operatori per un confronto in grado di mettere sui piatti della bilancia le diverse esigenze di ciascuno.
“Ad oggi con i lavori in corso non sappiamo se al termine degli interventi Via Roma verrà riaperta al traffico o meno. Non mi pare una grande prova di pianificazione e programmazione”.
“Nei prossimi giorni organizzerò un incontro pubblico per dare voce a tutti, ascoltando le ragioni di chi è favorevole alla chiusura al traffico e di chi è contrario”. Poi lancia una sorta di sondaggio invitando i suoi amici social a esprimersi.
Qui Tatarano
Tatarano, letto il post di Bruno, chiede chi gli abbia impedito quand’era sindaco di pedonalizzare via Roma. Poi passa ad altro: secondo lui, Bruno avrebbe per primo potuto partecipare al processo decisionale sul Piano urbano della mobilità sostenibile, rimasto aperto a osservazioni ed emendamenti per circa un anno dopo il passaggio in Consiglio comunale.
“Addirittura si critica l’Amministrazione di scarso senso democratico pur avendo noi, sempre a differenza di chi ci ha preceduti, approvato non un semplice ed obbligatorio piano del traffico (per la cui mancanza prendemmo come Comune una tirata di orecchie proprio ai tempi dell’Amministrazione Bruno) ma un facoltativo piano della mobilità sostenibile di cui si dotano le realtà più grandi o quelle virtuose e che prevede incontri e dibattiti aperti così come accaduto qui.
Solo beghe politiche o mire elettorali?
“Io capisco (anche se non ho mai condiviso) – prosegue Tatarano – la necessità di fare i guastafeste quando si è all’opposizione, ma a tutto c’è un limite. Se oggi si può parlare della possibilità di dare un destino diverso e più sostenibile da quello che via Roma ha vissuto per decenni questo accade perché le soluzioni (studiate da tecnici esperti e poi adottate, come l’inversione di via Manzoni) hanno funzionato persino meglio di quanto si sperasse e perché questa Amministrazione ha finalmente profuso il massimo impegno per il recupero dei locali della fiera”.
Salute, ambiente, commercio o tutte e tre le cose?
I principi da contemperare alla luce dei numerosi interessi legittimi sono moltissimi. Il diritto alla mobilità è a propria volta un diritto, qualcosa che spetta a tutti. Lo è anche quello alla mobilità sostenibile e inclusiva. La tutela dell’ambiente rientra nel novero delle cose di cui tenere necessariamente conto. Per non parlare del sacrosanto diritto alla salute, inevitabilmente compromesso nel caso di eccessiva presenza in circolazione di veicoli a motore. Senza dimenticare il diritto al lavoro, presupposto per un’esistenza libera e dignitosa. Insomma, belle gatte da da pelare. L’impressione è che anche questa volta non se ne verrà a capo, se non si deciderà di scontentare o accontentare qualcuno.